Il voto, alla fine, è finito in pareggio e dunque il tema viene rinviato a novembre. Il botta e risposta ha coinvolto Bortolin, Valenzano Rossi. Bernasconi ed anche Borradori. Intanto una quindicina di ex dipendenti sono ancora senza lavoro
LUGANO – La questione aeroporto è ancora una ferita aperta per Lugano. In molti non hanno perdonato il referendum contro il credito votato in Consiglio Comunale, che per tanti ha decretato la parola fine allo scalo come si conosceva. È basta una frase, ieri, nel Legislativo, per tornare al tutti contro tutti. Risultato? Il voto sui soldi da indirizzare ai dipendenti licenziati è finito in parità, rimandando l’oggetto alla prossima seduta.
La miccia l’ha lanciata Marco Bortolin della Lega. “Lugano Airport è morta per colpa del PLR e di una parte della sinistra che ha lanciato i referendum. C’è stato un abuso di democrazia . Con un po’ di coraggio e lungimiranza avremmo potuto salvare la SA”.
Bortolin ai tempi era membro del CdA di Lugano Airport, il che ha fatto sobbalzare sulla sedia proprio chi veniva da lui accusato, ovvero il PLR. “Il conflitto è grande come una casa, poi non lamentiamoci se la decisione viene cassata da un tribunale”, ha affermato Karin Valenzano Rossi.
Si è andati in time out per capire come comportarsi, finchè la Lega non ha ammesso di aver commesso una leggerezza., non tenendo conto del fatto che Bortolin fosse ancora nel CdA. “Questa situazione, comunque, è la conferma di quanto successo in questi anni, durante i quali si è cercato regolarmente di mettere i bastoni fra le ruote a questo aeroporto e a mettere in cattiva luce il CdA e il Municipio”, ha comunque attaccato Lukas Bernasconi. Che ha sollevato anche il tema di Borradori, che spesso ha parlato sia come rappresentante dello scalo sia come sindaco. Valenzano Rossi ha aggiunto di aver spesso chiesto che scegliesse di intervenire solo con un ruolo. “Non parlerò più di LASA... ma ricordo che gli statuti stessi prevedevano un rappresentante del Municipio. E gli stessi sei membri sono stati eletti dal Consiglio comunale”, si è difeso il leghista.
Bene, e il voto? Si chiedeva di destinare dei soldi ai dipendenti licenziati, degli altri per gestire il periodo di transizione attuale (sostanzialmente, per pagare gli stipendi) e altri ancora per la liquidazione della società. Due emendamenti chiedevano di aumentare la somma per i lavoratori. Visto il caos, è stato proposto di votare quanto meno sulle cifre per loro: ma è finita 24 a 24, rinviando tutto.
Nel frattempo, si è venuti a sapere che dei 47 ex dipendenti che hanno perso il posto, sono ancora una quindicina quelli senza lavoro.