Il vicesindaco di Lugano: "Dobbiamo preparare adeguatamente i dipendenti ad affrontare il cambiamento di rotta”
LUGANO – “Il PLR ha sempre manifestato il proprio sostegno all’aeroporto ma è rimasto lucido e critico rispetto alle richieste di impiego di fondi pubblici senza una vera strategia”. Così il vicesindaco di Lugano, Michele Bertini, intervistato oggi dal Corriere del Ticino sul futuro della società della Lugano Airport (LASA).
Dopo il dibattito parlamentare di settimana scorsa, con l’annunciato referendum contro il credito ‘salva-aeroporto’, il tema si ripropone a livello cittadino e sarà al centro della seduta del Consiglio comunale del 25 novembre. E anche in questo caso c’è la spada di Damocle del referendum da parte della sinistra.
Proprio a livello comunale il PLR è stato accusato di non aver espresso fin dall’inizio una posizione chiara sul futuro della LASA e quindi dello scalo.
Bertini afferma che “al PLR sta a cuore il futuro dell’aeroporto che è un elemento importante per la Città e per il Cantone”. Ma per salvarlo “dobbiamo evitare il fallimento immediato di LASA e creare le condizioni per il trapasso delle attività di aviazione generale ai privati”.
E sull’attacco di Bixio Caprara al sindaco di Lugano e presidente di LASA, Marco Borradori, al quale il presidente del PLR ha addossato la responsabilità politica dei guai all’aeroporto, Bertini aggiunge: “È davvero preoccupante vedere che ogni volta che si esprime un’opinione diversa o si formulano richieste o proposte alternative si venga tacciati di strumentalizzare l’argomento a fini elettorali. La mia attività è sempre stata ed è unicamente tesa alla salvaguardia dell’aeroporto senza però sprecare i soldi dei contribuenti. Fra chi ha invocato il campo di patate e chi si è aggrappato a fantomatici progetti di rilancio ci sono sempre stati coloro che, anche senza le luci della ribalta, hanno cercato con determinazione soluzioni realistiche per salvare l’aeroporto”.
Bertini assicura che Città e Cantone “s’impegnano a concludere in tempi brevi le trattative per una ripresa delle attività di aviazione generale da parte di investitori privati”. Risanare, ricapitalizzare e trapassare LASA ai privati entro il 2020 è secondo il vicesindaco l’unica via per salvare l’aeroporto.
Ma ammette che la situazione rimane critica, con le incognite dei referendum, che peseranno su queste trattative.
E sul futuro dei 75 dipendenti di LASA, Bertini dice: “Il periodo di turbolenze non è ancora finito, ma abbiamo ancora il tempo per preparare un atterraggio il più morbido possibile. In parallelo alle trattative con i privati dobbiamo valutare le possibilità d’occupazione del personale di LASA, che risponda alle esigenze della nuova struttura gestita dai privati, e mettere a punto in collaborazione con il Cantone un piano d’accompagnamento per gli altri dipendenti. Mi dispiace, ma non è giusto illudere e prendere in ostaggio i dipendenti per finalità politiche. Dobbiamo preparare adeguatamente i dipendenti ad affrontare il cambiamento di rotta”.