La palla passa ora al Parlamento, chiamato a elaborare un progetto di modifica costituzionale
BERNA – Anche se di stretta misura, la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati (CIP-S) ha varcato il Rubicone, sostenendo il diritto di voto a 16 anni, invece dei 18 attuali. La palla passa ora al Parlamento, chiamato a elaborare un progetto di modifica costituzione che, una volta superato lo scoglio parlamentare, dovrà successivamente essere sottoposto al popolo.
Il verdetto a favore dell’iniziativa parlamentare della consigliera nazionale Sibel Arslan (Verdi/ BS) è stato di 7 voti a 6. Il Consiglio nazionale aveva già accolto il principio per 98 voti a 85 e 2 astenuti il 10 settembre scorso durante la sessione autunnale delle Camere federali. Stando all’iniziativa, il diritto di eleggibilità rimarrebbe invariato a 18 anni.
La minoranza giudica invece problematico che i diritti politici possano essere esercitati prima del raggiungimento della maggiore età. "Si creerebbe in tal modo un conflitto tra diritti e doveri; risulterebbe inoltre difficile spiegare perché si ritiene che un sedicenne non possa prendere autonomamente decisioni che lo riguardano personalmente, ma possa esprimersi su questioni che non solo riguardano l’intera collettività ma che, in un sistema basato sulla democrazia diretta, si rivelano talvolta molto complesse".
Prima di aprire le porte al voto ai sedicenni a livello federale, la minoranza reputa quindi più opportuno valutare e sperimentare simili estensioni del diritto di voto a livello comunale e cantonale. La minoranza ritiene infine che una scissione tra diritto di voto e di eleggibilità non sia una soluzione sostenibile.