“Perché non cercare una soluzione in una direzione privata e libera invece dello scontro ideologico politico attraverso negoziazioni immobiliari con lo Stato?”
di Sergio Morisoli *
Ex macello. Quando diritti e doveri, libertà e responsabilità non sono più educati, coltivati, condivisi e tenuti assieme, vanno in tilt. Questi quattro principi, di convivenza civile, iniziano allora a impazzire e a rincorrersi uno contro l’altro in modo schizofrenico, uno vuol far fuori l’altro verso una escalation che porta alle macerie. Tra i molti compiti (troppi e in crescita) che abbiamo consegnato allo Stato, a scapito della società civile, c’è anche quello dell’uso della forza, non deve sorprendere che poi la usi.
I francesi usano dire che «on ne fait pas d'omelette sans casser des œufs»; qui la frittata è ormai già stata fatta, occorre girarla per non bruciarla e poterla gustare. In questo senso mi interessa rilevare che l’accaduto, non apre solo “fronti di guerra urbana” ma se letto nella giusta maniera, apre una prospettiva positiva, nuova e creativa di soluzione escludendo lo Stato.
Per secoli le persone di buona volontà si sono messe assieme senza chiedere nulla allo Stato. Addirittura, precedendolo e facendo meglio di quando poi intervenne. Se l’attività dell’ex macello avesse valore (in qualche modo in qualcosa ne deve pur avere); oggi più di ieri, non dovrebbe faticare a trovare simpatie, mezzi e risorse private spontanee per continuare e meglio. In Ticino vi sono oltre 700 enti privati e non profit che operano nel sociale, nella cultura e nell’educazione senza occupare spazi altrui e sobbarcandosi i costi della loro attività. Lo Stato, selettivamente, li sussidia adeguatamente; anche perché ne riconosce il valore che rendono all’intera comunità.
Perché non cercare una soluzione in questa direzione privata e libera invece dello scontro ideologico politico attraverso negoziazioni immobiliari con lo Stato? Creare una associazione, trovare un posto e raccogliere mezzi, dopo l’accaduto sarebbe un gran gesto di indipendenza e di vera libertà. Fossi in loro, per una vera autonomia rivendicherei lo Stato sussidiario, non lo Stato padrone dei muri entro i quali entrarci in libertà vigilata.
* capogruppo UDC in Gran Consiglio