Il Capogruppo UDC commenta l’intervento di Marina Carobbio in qualità di direttrice del DECS: “Sembra quasi che il Festival sia sotto assedio di un nemico potente e dittatoriale. Attenzione con questo richiamo al perenne pericolo latente”
di Sergio Morisoli *
(post pubblicato su Facebook)
Non c’è discorso al Festival in cui la parola “libertà” non sia ripetuta come una cantilena. Sembra quasi che il Festival sia sotto assedio di un nemico potente e dittatoriale. Attenzione con questa esagerazione, con questo richiamo al perenne pericolo latente(?), sappiamo come è finita con l’ “attenti al lupo” fuori luogo. Certo, la libertà non è mai data una volta per sempre, va difesa, promossa ed educata regolarmente; ma con tatto, sensibilità: non può essere imposta! Del resto esiste anche la libertà degli altri. Non vedo in Ticino nemici, censori, reazionari, retrogradi degni di nota o in grado di mettere in pericolo il Festival e il suo successo meritato ora o nel prossimo futuro.
Vedo però invece l’esigenza, quando ci si appella esageratamente a una libertà minacciata o a rischio, di uno spazio di educazione alla libertà che non sia solo declamatoria, qualunquista e astratta. Uno spazio intellettuale, politico, economico, religioso, magari diretto dall’eccellente quasi ex presidente Marco Solari, dove le domande e la ricerca delle risposte non possono che toccare due aspetti fondamentali:
- Liberi di?
- Liberi da?
La libertà e le utopie hanno una radice comune nel cuore dell’uomo: il desiderio di felicità. Ma hanno anche due destini diversi. La prima tende alla verità, le seconde alle menzogne. Nell’opera umana la differenza è sottilissima, a volte angelica, a volte diabolica. Questo va sempre detto, ricordato ed educato. Buon Festival, e grazie Marco.
* Capogruppo UDC in Granconsiglio