"La proposta di affidare l’allocuzione primagostana a una municipale fortemente coinvoltanella demolizione di una parte del centro sociale il Mulino alcuni mesi fa ha lasciato l’amaro in bocca a parecchia gente, innanzitutto alla Sinistra"
di Sergio Roic*
Primo Agosto a Lugano: i socialisti cosa dicono?
Il Primo Agosto, come tutti sappiamo, è la Festa nazionale svizzera. Si svolge (si è sempre svolta) in un clima pacifico. A ricordo d’uomo non ci sovviene una contestazione come quella verificatasi in quest’occasione a Lugano. La proposta di affidare l’allocuzione primagostana a una municipale fortemente coinvolta (a scanso di chiarimenti e “assoluzioni” giudiziarie che tardano ad arrivare, mentre la valutazione politica degli atti del Municipio è decisamente in alto mare) nella demolizione di una parte del centro sociale il Mulino alcuni mesi fa ha lasciato l’amaro in bocca a parecchia gente, innanzitutto alla Sinistra.
Ricordiamo le parole del poeta Fabio Pusterla che, con un abile giro di parole, definì quella demolizione “non proprio fascista”. Ricordiamo le prese di posizione sulla demolizione e le serate organizzate ad hoc. Lungi da me e lungi da AIDA (Associazione idea autogestione) di impedire di parlare a chicchessia, men che meno a una municipale eletta. Tocca al Municipio di Lugano avere (o non avere) la sensibilità in questo ambito. In ogni caso fa decisamente strano la posizione della municipale socialista di Lugano, Cristina Zanini, che ha manifestato – dopo una recisa critica di ciò che è successo in occasione della demolizione – un appoggio incondizionato alla sua collega municipale “in quanto donna”.
Ho appena finito di tradurre un bel libro di Brigitte Studer sulla storia del suffragismo in Svizzera. Nel libro, che copre gli anni dal 1848 al 1971, se ne vedono (e leggono) delle belle, da voltafaccia maschilisti di ogni genere a prese di posizione e azioni di donne contro i loro stessi interessi. Parlare quindi genericamente, e soprattutto in questo momento e in questa situazione particolare (luganese) di discorsi pubblici (politici) al femminile come se fossero da sostenere a prescindere è quanto meno imprudente, se non del tutto sbagliato. La categoria femminile non è difendibile “a prescindere”, come nessun’altra categoria, d’altronde.
*Sergio Roic, AIDA, Associazione idea autogestione, e membro del Partito socialista di Lugano