La Municipale liberale torna sui fatti di Villa Saroli rispondendo all'attacco di Prati e Zanetti del PS. "Si dice che il Municipio non voglia riferire dei fatti dell'ex Maclelo, in realtà vorrebbe fortemente farlo ma non può"
LUGANO - "Mettere in relazione la riproduzione della musica con la ragione dell’uso dei proiettili di gomma è fuorviante come quando si dice che il Municipio non vorrebbe rispondere alle domande sull’ex Macello quando invece sappiamo che la realtà è che il Municpio, malgrado voglia fortemente poterlo fare, non può rispondere sulla base di un preciso ordine del Ministero pubblico". Karin Valenzano Rossi non concorda con le critiche che le hanno mosso i due copresidenti del PS di Lugano Prati e Zanetti dopo la risposta all'atto parlamentare di Ghisletta su quanto accaduto a Villa Saroli.
Ci ha scritto per dire la sua.
"In realtà non c'è stata nessuna mancanza di rispetto del legislativo o volontà di non rispondere", spiega. Durante la risposta, ha fatto ascoltare ai consiglieri comunali una registrazione dal cellulare della musica ascoltata dai giovani quella sera. E precisa: "La musica fatta sentire a margine della fine della risposta in Consiglio Comunale non era legata all’utilizzo dei proiettili di gomma bensì volta a spiegare quale grado di disturbo dell’ordine e della quiete pubblica fosse ancora in corso all’una di notte. La risposta all’utilizzo dei dispositivi di polizia, tra cui i proiettili di gomma, era invece contenuta nella prima parte di risposta fornita oralmente che faceva riferimento alle direttive dell’Istituto svizzero di polizia per quanto attiene a motivazioni e modalità dell’utilizzo di tali dispositivi. Lo spezzone di musica tecno riprodotto voleva invece rendere conto dell’intensità della compromissione della quiete pubblica durante quella notte con lo scopo di meglio definire l’idea di quanto accaduto realmente, visto che i contrari all’utilizzo di tali dispositivi veicolano un’immagine di molto migliorata e lontana dalla realtà dei fatti di quanto fosse in corso come evento".
Infatti, "secondo loro si sarebbe solo trattato di un gruppo di giovani riuniti e che non arrecavano alcun disturbo. Immagine lontana dalla realtà veicolata troppo spesso, rispetto invece all’iidea distorta di una polizia che sarebbe inutilmente violenta e aggressiva".
Valenzano Rossi fa anche un mea culpa su come ha risposto, ma resta ferma sulle sue idee. "Posso comprendere che la scelta di risposta all’interpellanza troppo succinta non fosse ideale e porto a casa volentieri l’invito a voler essere maggiormente espositiva. Ma è anche vero che le ragioni dell’utilizzo dei dispositivi di polizia erano già state precisate in un comunicato stampa e anche ripreso nell’articolo della Regione che aveva dato spunto all’interpellanza stessa dell’onorevole Ghisletta, che però non ha ritenuto fossero sufficienti. Da qui la scelta di non ripetere quanto già indicato più volte ma di fare riferimento alle direttive di polizia rilevanti per l’utilizzo di tali dispositivi. Ricordo comunque che la polizia ha reagito quando si è trovata accerchiata e oggetto di lancio di sassi dopo aver spento e portato via il generatore per la musica a tutto volume, e questo dopo svariate ore in cui ha cercato il dialogo e chiesto di ridurre i rumori molesti. In Consiglio Comunale mi sembrava invece importante dare un’immagine corretta anche al legislativo di quanto accaduto quella notte rispetto ai disturbi arrecati alla popolazione, che numerosa aveva più volte sollecitato la polizia di intervenire".
"Confido che le posizioni possano stemperarsi se si vuole davvero trovare una soluzione al problema della mancanza di spazi per i giovani e alla relativa convivenza con la popolazione tutta", termina, riferendosi tra le righe anche all'ex Macello, su cui il Municipio, spiega, vorrebbe parla ma non può farlo.