"Come ho sempre sostenuto pubblicamente nelle prese di posizione, ho sempre agito nel mio lavoro di consulente e dipendente di banca", ribadisce il Municipale
di Tiziano Galeazzi*
In merito alle notizie apparse sui media e che riguardano il mio rinvio a giudizio nell’inchiesta
giudiziaria italiana “Pecunia olet”, tengo a precisare che affronterò il processo con serenità e
tranquillità, poiché finalmente si farà chiarezza su una vicenda che si protrae da più di dieci anni.
Come ho sempre sostenuto pubblicamente nelle prese di posizione, ho sempre agito nel mio
lavoro di consulente e dipendente di banca, rispettando sempre le regole bancarie svizzere e le
leggi di questo Paese, a riprova di ciò non ho mai avuto ravvedimenti dalle autorità giudiziarie
elvetiche.
Riaffermo con vigore che l’ex-cliente – di cui parla l’inchiesta – era una cliente della banca nella
quale lavoravo, e come per tutti i clienti, il mio ruolo, riguardava esclusivamente e semplicemente la gestione dei suoi investimenti in borsa, facendo anche fede alla massima confidenzialità richiesta dagli istituti di credito e delle loro policy e dai clienti stessi, che vigeva all’epoca dei fatti.
In questo senso, il processo mi darà l’occasione, con il mio legale Avv. Davide Giudici di Como di
poter citare in aula diversi specialisti di settore e attori istituzionali.
Auspico pure che questo caso non diventi un “processo politico” o un “affaire” tra Svizzera e Italia, ma che il tutto rimanga circoscritto alle aule giudiziarie e per questo rinnovo la fiducia nella giustizia italiana.
Mi auguro che al termine del dibattimento si potrà mettere definitivamente la parola fine su questa annosa vicenda decennale.
*Municipale di Lugano