Aldi: "Le critiche del Tribunale d'appello sono la terza bocciatura dell’operato del Cdm in vista dell’ultimo rinnovo delle cariche al Ministero pubblico. Ho delle idee a titolo personale che vorrei discutere"
BELLINZONA - Sabrina Aldi, presidente della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’, dice la sua in merito alla vicenda che ha portato alla ricusazione di tutto il Consiglio della Magistratura ticinese, fatti che seguono a distanza di pochi mesi i preavvisi di bocciatura per i cinque procuratori pubblici: a suo avviso, "le critiche del Tribunale d’appello al Consiglio della magistratura dopo quelle pronunciate dal perito Rouiller e dalla Commissione di ricorso sulla magistratura, la terza bocciatura dell’operato del Cdm in vista dell’ultimo rinnovo delle cariche al Ministero pubblico", ha detto parlando a La Regione.
In commissione se ne parlerà lunedì. Aldi ha fatto sapere che verranno richiesta la sentenza per capire che cosa sia successo. Ma ha già in chiaro un paio di punti da discutere: "Il primo: dobbiamo chiederci se debba essere il Tribunale d’appello in corpore a deliberare su una richiesta di ricusazione del Consiglio della magistratura, quando il Tribunale d’appello è sottoposto, come qualsiasi altra autorità giudiziaria cantonale, alla sorveglianza del Cdm. Siamo nella situazione un po’ anomala nella quale il controllato controlla il controllore. Il secondo aspetto: mi chiedo se non sia il caso di lasciare al Consiglio della magistratura soltanto la vigilanza sul funzionamento della giustizia, con la facoltà di adottare sanzioni disciplinari nei riguardi dei magistrati".
Infatti, teme che col sistema attuale quanto accaduto possa di fatto ripetersi "ogni volta che un procuratore o un giudice, raggiunto da una segnalazione, presenti un’istanza di ricusa nei confronti del Consiglio della magistratura che ne aveva preavvisato negativamente la candidatura, ma che il Gran Consiglio, autorità di nomina, ha poi rieletto", caso in cui potrebbe esserci il sospetto di un pregiudizio negativo, esattamente come successo con la vicenda Alfier. Una soluzione per la leghista potrebbe essere quella di affidare il compito di valutare l’idoneità dei magistrati che alla scadenza del periodo di nomina si ricandidano alla Commissione di esperti indipendenti, che attualmente esamina e preavvisa, all’indirizzo del Gran Consiglio, le nuove candidature. Idee che Aldi ha espresso a titolo personale e che desidera portare in commissione.