L'ha lanciata il consigliere nazionale Raphaël Mahaim. Fabio Regazzi: "Una sciocchezza"
BERNA – È una di quelle proposte che fanno discutere, perché toccano la pancia degli automobilisti, per quanto la sua applicazione possa apparire remota. Raphaël Mahaim, consigliere nazionale vodese dei Verdi, l’ha lanciata ieri nel dibattito sulla crisi energetica e sulle possibili misure per affrontarla: ridurre da 120 a 100 chilometri orari il limite di velocità in autostrada. L’obiettivo della sua iniziativa parlamentare – di cui ha parlato ieri il quotidiano ginevrino ‘Le Temps’ – è duplice: geopolitico, per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili; e climatico: “consumare meno carburante, quindi ridurre le emissioni di CO2”.
Mahaim fa notare che di una riduzione dei limiti di velocità in autostrada “si discute anche in Francia e in Germania”, e ricorda che già nel 1973, all’epoca della grande crisi petrolifera, il Consiglio federale decretò una misura simile. Oggi viene già introdotta in particolari condizioni in Ticino quando si superano i valori limite giornalieri delle polveri fini. Intervistato da LaRegione, il deputato verde precisa che si tratterebbe di un provvedimento temporaneo, ma da testare su un arco di alcuni anni, dopo il quale il Consiglio federale dovrebbe fare un bilancio per capire quali sono gli effetti sul consumo di carburante e sul traffico. Mahaim rilancia anche le famose domeniche senza auto, altra misura risalente ai tempi della crisi del petrolio. Ma ritiene che la vera soluzione sia quella di ridurre i limiti in autostrada, che consentirebbe di raggiungere risultati importanti a un costo molto modesto: “Secondo le stime fatte a suo tempo dal Consiglio federale, passando da 120 a 100 chilometri all’ora – afferma - il consumo del parco di autovetture circolanti si ridurrebbe fino al 3%. Una riduzione maggiore di quella che si avrebbe rinnovando completamente il parco di autovetture, in particolare con veicoli elettrici”.
Mahaim osserva che è stata la stessa Agenzia internazionale dell’energia (Aie) a proporre una simile misura. Il 18 marzo, nel pieno della guerra in Ucraina, l’organizzazione intergovernativa ha pubblicato un piano in dieci punti per ridurre l’uso del petrolio, raccomandando anche la riduzione di almeno 10 chilometri all’ora i limiti di velocità in autostrada.
Contrario alla proposta è, tra gli altri, il consigliere nazionale ticinese del Centro Fabio Regazzi, presidente dell’Unione svizzera delle arti e mestieri, che la bolla come “una sciocchezza, anche perché – tra cantieri, traffico e incidenti – già oggi sulla rete autostradale svizzera è difficile mantenere a lungo i 120 all’ora. Pensare che così ridurremo la dipendenza dal petrolio, russo o no, è illusorio. Le quantità di carburante risparmiato sono trascurabili, ad ogni modo non tali da consentire di ridurre significativamente questa dipendenza. L’efficacia della misura è irrisoria, il guadagno ottenuto non giustifica un simile cambiamento nelle abitudini degli automobilisti”.
Mahaim si è anche detto contrario a ridurre il prezzo della benzina, agendo sul fronte fiscale come propongono diverse mozioni a livello federali: “Sarebbe come somministrare un farmaco che aggrava la malattia, cioè la dipendenza dalle energie fossili”.