Il presidente del Centro: "È lecito chiedersi se la politica energetica cantonale, sia stata lungimirante e se oggi si stia correndo ai ripari"
di Fiorenzo Dadò*
Fino a non molto tempo fa, parlare di crisi energetica in Ticino era quasi un tabù, perché era opinione generale credere che grazie alla riserva di acqua dei laghi artificiali situati nelle valli, fossimo al riparo. Purtroppo la realtà è ben diversa. Sebbene la questione sia complessa e i margini di manovra ticinesi abbastanza limitati, è lecito chiedersi se la politica energetica cantonale, portata avanti in questi decenni dal Governo con l’avallo del Gran Consiglio, sia stata lungimirante e se attualmente si stia correndo ai ripari con la dovuta solerzia.
Il pompaggio alla Verzasca
Diversi anni fa, nel 2011, con i deputati Foletti, Maggi, Pinoja, Schnellmann e Stojanovic, proposi una mozione intitolata Energia in Ticino: è urgente una tavola rotonda sul pompaggio alla Verzasca. La stessa chiedeva di riunire una tavola di discussione tra tutti gli attori interessati allo scopo di effettuare entro sei mesi un esame generale di fattibilità per un impianto di pompaggio alla Verzasca. Il motivo, tutt’ora valido, ha destato recentemente l’interesse anche del gruppo PLR, dopo che nel 2015 in Parlamento ci fu dato il menavia. Da uno studio federale del 1972 emerge in modo chiaro che un impianto di pompaggio-turbinaggio alla Verzasca, dimensionato su 200 MW di potenza, presenta presupposti tecnici molto favorevoli. A questo si aggiungono altri vantaggi: esso è potenzialmente poco conflittuale con il territorio perché non richiede alcun invaso nuovo o innalzamento della diga, oltre che disporre di tutta l’acqua necessaria in qualsiasi momento, pompando direttamente dal Verbano. Un impianto di pompaggio con questa flessibilità non è realizzabile ovunque, tra l’altro permetterebbe di “stoccare” l’energia prodotta in esubero a casa nostra nelle giornate di sole (che in Ticino abbonda), ritenuto di voler incentivare seriamente gli impianti fotovoltaici, oggi più che mai urgente e necessario.
Una politica del fotovoltaico deludente
Il 22 novembre dello scorso anno abbiamo presentato con i colleghi Marco Passalia per il Gruppo del Centro, Sabrina Aldi e Bruno Buzzini per il Gruppo della Lega dei Ticinesi, Alessandro Speziali e Alessandra Gianella per il Gruppo PLR una mozione dal titolo: Per una vera promozione dell'energia solare in Ticino: una giusta remunerazione della corrente per i privati che installano un impianto fotovoltaico sul tetto della propria casa. La motivazione è semplice: attualmente la realizzazione di questi impianti va a rilento perché costano troppo e la corrente prodotta non è sufficientemente remunerata dalle aziende elettriche, che la rivendono cara traendone notevoli guadagni.
La risposta che abbiamo ricevuto l’8 giugno scorso dal Governo, nonostante le belle parole sull’ecologia e l’approvvigionamento energetico indigeno, è deludente. Ci fa capire come gli interessi in gioco sono tanti e che all’interno dell’Amministrazione dimorano alcune sacche di dannosa staticità, che bloccano il Paese. Questo caso fa capire, come già sarebbe dovuto essere con l’impianto di pompaggio della Verzasca nel 2011, che la politica deve tornare protagonista, prendendo in mano con coraggio le redini delle decisioni di fronte alle opportunità, anteponendo gli interessi collettivi all’immobilismo generale.
*presidente Il Centro/PPD