Da Berna ad Airolo, da Biasca a Bellinzona, con il clou della cermonia a Lugano e i discorsi di Foletti e Zali
LUGANO – Una lunga giornata di festeggiamenti, oggi in Ticino, per il presidente della Confederazione, Ignazio Cassis, che raccontiamo anche attraverso gli scatti del fotografo Massimo Piccoli di TiPress. Festeggiamenti rimandati di quasi un anno a causa della pandemia. Il treno speciale che l’ha accompagnato in Ticino, é partito da Berna poco dopo le 11.00, con a bordo una nutrita delegazione di rappresentanti cantonali e federali. Ad accogliere Cassis alla prima tappa, Airolo, un accompagnamento musicale alla presenza delle autorità comunali e i bambini delle scuole. Tappa successiva a Biasca, dove il presidente della Confederazione è stato accolto verso le 14 dalle autorità comunali. Poi è stata la volta di Bellinzona, dove Cassis è stato accolto dal sindaco Mario Branda e dalle autorità comunali. Nella capitale ha incontrato anche Claudio Zali e Manuele Bertoli, mentre gli altri ministri erano già sul treno partito da Berna. A Lugano Cassis è arrivato intorno alle 15.
Il sindaco, Michele Foletti ha ringraziato Ignazio Cassis per la visibilità che ha dato alla Città. “Il cantone Ticino ha potuto sperimentare in questi nove mesi cosa vuol dire avere un consigliere federale ticinese ed è la prima volta che questo ruolo viene ricoperto da un cittadino ticinese del Sottoceneri. In questi mesi ci siamo sentiti un po' il centro del mondo: in città abbiamo avuto modo di accogliere ben dodici ambasciatori. Il Ticino, il Luganese e Lugano non sono mai stati presenti nell'agenda politica come nel 2022”. Claudio Zali, presidente del Consiglio di Stato, ha sottolineato da parte sua l'importanza di questa giornata: “Cinque anni fa abbiamo lottato uniti per avere un ticinese in Consiglio federale. Da allora abbiamo atteso questo giorno, e ora dobbiamo rallegrarci di vedere un ticinese nuovamente presidente della Confederazione. Questa conquista è piena di sostanza. A titolo personale l'elezione di Cassis mi aveva rallegrato, perché le nostre traiettorie hanno qualche somiglianza. Coetanei, entrambi malcantonesi, la nostra conoscenza risale ai tempi del ginnasio. Ci siamo poi rivisti ai tempi della politica, che per entrambi sono iniziati relativamente tardi”.
Il discorso di Cassis
“È proprio vero che la Svizzera è un corpo non con un solo cuore ma con più cuori – ha detto Cassis nel suo discorso ufficiale -. Ciascuno di voi è un tassello di questa Svizzera. Voi tutti, noi tutti siamo la democrazia. Quella democrazia che è l’onore del Paese. Questa è la vostra festa, è la nostra festa. La gioia di tornare a casa oggi raddoppia, perché con me sono venuti illustri ospiti. Di tutte le autorità federali e cantonali”. E ha aggiunto: “Il mio auspicio è che l'intera Svizzera italiana si senta protagonista di questa festa, ventiquattro anni dopo l'ultima festa per l'ultimo presidente italofono della Confederazione (ndr: Flavio Cotti). Oggi festeggiamo la pluralità del nostro Paese, quel collante che ci unisce anche se ridiamo, parliamo e sogniamo in lingue diverse, anche se abbiamo idee politiche diverse, anche se siamo confrontati con crisi che ci fanno sentire meno sicuri rispetto a pochi anni fa. Crisi che però non ci hanno diviso e non ci divideranno”.