POLITICA E POTERE
Direttore arrestato, Bertoli: le illazioni sul trasferimento, i campanelli d'allarme inascoltati... Zaninelli: la chat fu un errore
Il ministro: “Il Consiglio di Stato ha deciso oggi di accettare le dimissioni del direttore delle scuole medie di Lugano arrestato con l’accusa di atti sessuali con fanciulli”
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BELLINZONA – “Il Consiglio di Stato ha deciso oggi di accettare le dimissioni del direttore delle scuole medie di Lugano arrestato con l’accusa di atti sessuali con fanciulli”. Lo ha annunciato questa mattina il direttore del Dipartimento educazione Manuele Bertoli nel corso di una conferenza stampa sul caso che da settimane è al centro della cronaca e della politica cantonale. Il procuratore pubblico, ha aggiunto il ministro, “ci ha permesso di visionare i verbali di interrogatorio e abbiamo appurato che c’erano gli elementi sufficienti per una rottura immediata del contratto di lavoro”.

Bertoli ha poi chiarito le illazioni nate sul trasferimento del docente di latino (poi diventato vicedirettore direttore delle medie di Lugano) dalla sede nella quale insegnava nel 2017/18 durante il suo periodo di abilitazione. Non c’è stato alcun trasferimento formale, ha spiegato. Il 39enne insegnava allora come incaricato, ed è frequente che questi docenti vengano spostati nelle sedi dove servono ore della loro materia, in particolare per il latino, materia per la quale si trovano pochi insegnanti.

Il ministro ha poi affrontato il tema delle segnalazioni: “La scuola è un sistema complesso – ha detto - non basato sul controllo ma sulla fiducia. La fiducia quando funziona, e molto spesso funziona, permette di cogliere anche i segnali che arrivano. Segnali che devono essere colti e fare il corretto percorso istituzionale”. E ha invitato le persone a parlare, a segnalare, e a insistere anche quando la comunicazione si inceppa…

Bertoli ha citato a tale proposito il caso del ragazzo che qualche anno fa alla Commercio di Bellinzona aveva minacciato di fare una strage: “L’ipotesi di un intervento sanguinoso che non si è verificato perché i segnali in quell’occasione sono stati colti, in primo luogo dagli allievi che, in collaborazione con le istanze dipartimentali hanno permesso di portare il caso a conoscenza delle forze dell’ordine. La rete ha dunque funzionato. Se la rete è abbastanza vasta i segnali arrivano in modo corretto. Ma le decisioni vanno prese caso per caso”.

Ha poi ricordato il caso del docente liceale “che sembrava avere comportamenti non ortodossi verso alcune ragazze. Alla fine il docente ha deciso di lasciare l’insegnamento e di andare in pensione anticipata. Il terzo caso riguarda le scuole comunali: venne processato a Lugano un padre di famiglia mediorientale per maltrattamenti verso i figli. La procuratrice giunse a un non luogo a procedere sui docenti della scuola del Mendrisiotto che si erano accorti del problema l’avevano segnalato per tempo. Quando la rete parla, insomma, i segnali arrivano, se ci sono interruzioni nella rete, invece, succede come in questo caso. Abbiamo saputo che segnali nel caso in questione c’erano stati e qui mi fermo, in attesa dell’inchiesta penale. Nei nostri contatti con il procuratore pubblico abbiamo chiesto di sapere al più presto quando si potrà accedere agli atti per proseguire l’inchiesta amministrativa decisa dal Governo. Non so se ci saranno altri reati di natura penale ipotizzabili verso persone della scuola che potevano sapere e non hanno segnalato”. Ha poi aggiunto: "Non capisco come mai le segnalazioni si siano fermate e non siano giunte al Dipartimento".

Ma a noi, come istituzione scuola, ha aggiunto, interessa il piano amministrativo, non quello penale.

Bertoli ha poi ricordato che dal gennaio scorso c’è anche un codice deontologico che tocca in particolare il mondo dell’insegnamento soprattutto in relazione alla sfera sessuale: “Per quando riguarda il rapporto tra docente e allievo, se un docente ha una relazione intima con un allievo è la base della sua funzione di docente che viene messa in discussione, per questo il codice vieta in modo chiarissimo i rapporti con minorenni e indica come inopportune le relazioni docente/allievo anche se si tratta di maggiorenni”.

Cose come quelle accadute alla media di Lugano non devono accadere, ma la garanzia che non accadano non può essere data, ha concluso il consigliere di Stato, citando l’adagio che dice “l’albero che cade fa molto rumore all’interno di una foresta che cresce in silenzio”: “Siamo tutti addolorati per questo caso che ha colpito le vittime, le loro famiglie, la famiglia del docente stesso e il mondo della scuola”.

Tiziana Zaninelli: gli errori

Alla conferenza stampa c'era anche Tiziana Zaninelli, capo della Sezione dell’insegnamento medio. "Premesso che i fatti sono antecedenti la nomina a direttore del docente, avvenuta il 1 settembre, certamente c’è stato un errore da parte della direzione della precedente sede scolastica, che sbagliò a suo tempo a non informare la famiglie in merito al corso legato alla sessualità proposto dall'insegnante nelle sue ore di latino. Il secondo errore riguarda l’utilizzo della chat whatsapp invece di altre modalità per accogliere le domande degli allievi. Ad esempio si sarebbe potuto utilizzare la classica scatola nella quale gli allievi inseriscono in modo anonimo dei bigliettini con le loro domande, alle quali poi i docenti rispondono".
Cosa succede ora a scuola: "La vicenda fa male alla scuola e alla sede specifica - ha aggiunto Zaninelli - ma bisogna andare avanti e ricostruire il rapporto di fiducia tra allievi docenti e famiglie. Riteniamo opportuno adottare un sistema di co-direzione per questa sede, quindi un gruppo di docenti, al quale partecipa sicuramente la vicedirettrice Federica Pedetti, psicologa e docente di sostegno che in queste settimane si è rivelata molto attenta alle esigenze di allievi, colleghi e famiglie, e Luca Zanini, docente di educazione fisica e collaboratore del Dfa, oltre ad altri due collaboratori di direzione".
Zaninelli ha concluso con una frase scritta alle famiglie nella lettera con la quale ha comunicato cosa stava accadendo: “La scuola ha valori forti e in cui crediamo così tanto da consentirci di superare quanto sta accadendo”.

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