Il tema è ritenuto prioritario dalla presidente della commissione Esteri Stefania Craxi, che ne ha parlato anche con la segretaria di Stato del DFAE. Ma ci sono dei tempi tecnici
ROMA - La doppia imposizione dei frontalieri, contenuta nell'accordo fiscale tra Svizzera e Italia, potrebbe non entrare in vigore prima del 2024. Il motivo? I tempi tecnici, non una scarsa volontà da parte del governo neo eletto italiano.
Stefania Craxi, presidente della commissione Esteri, ritiene che il tema sia uno di quelli prioritari, ha fatto sapere al CdT.
Lo ha ribadito anche in un incontro avvenuto all’ambasciata di Svizzera a Roma con la segretaria di Stato del DFAE Livia Leu, dove erano presenti alcuni parlamentari italiani. Non sarebbe stata, dunque, una risposta di circostanza.
Ma per quanto Craxi voglia mettere fretta, non è detto che Giorgia Meloni desideri fare altrettanto. Di carne al fuoco senza dubbio la premier ne ha, non solo l'accordo sui frontalieri.
Dapprima inoltre sul tavolo dei parlamentari italiani c'è la riforma della NASPI, la legge sulla disoccupazione. Poi i sindacati hanno espresso il desiderio di modificare un memorandum che accompagna l'accordo negoziato dalle parti. Il Parlamento potrebbe prima ratificare la doppia imposizione e prendere in considerazione le osservazioni in seguito, ma di solito ci si occupa di un tema nella sua totalità. Ergo, i temi si allungano.
Ci sarebbe la possibilità di inserire l'accordo del 2020 nella Legge di Bilancio per accelerare i tempi ma pare improbabile. Quindi, prima del 2024 non si dovrebbe riuscire a far entrare in vigore una intesa che ha richiesto anni e anni di lavoro e che ora è ferma sul tavolo.