Approvata in Senato a Roma l’intesa che prevede la tassazione dei frontalieri anche oltre confine. Ne dà notizia il primo firmatario del testo di ratifica, il senatore varesino del PD Alessandro Alfieri
ROMA - Dopo due anni di lavoro, l’accordo fiscale sui frontalieri fra Svizzera e Italia ha superato un primo ostacolo al Senato. “L’intesa è stata approvata oggi, giovedì, in Commissione congiunta Esteri e Finanze e presto arriverà nell'aula del plenum, prima di passare alla Camera”. Lo annuncia il senatore varesino del PD Alessandro Alfieri, primo firmatario del testo di ratifica.
Il documento aggiorna, dopo quasi mezzo secolo, le intese tra lo stato italiano e la confederazione elvetica in tema di lavoro frontaliero e costituisce un nuovo quadro normativo di riferimento che salvaguarda l’economia di frontiera.
“Il testo approvato oggi tutela i comuni che potranno continuare ad erogare i servizi per i propri cittadini grazie al sistema dei ristorni che rimane garantito e alla creazione di un fondo specifico per progetti infrastrutturali e socioeconomici destinati ai territori di confine. Inoltre l’accordo consente a chi oggi è un lavoratore frontaliere di mantenere l’attuale regime fiscale fino al raggiungimento della pensione", sottolinea Alfieri.
Inoltre, l’accordo consente ai frontalieri attuali di mantenere il regime fiscale in atto fino al raggiungimento della pensione. I nuovi frontalieri invece, grazie all’introduzione dell’innalzamento della franchigia, avranno di fatto uno sconto fiscale rispetto al passato. Oggi, inoltre, è stato approvato un ordine del giorno a prima firma del Senatore Alfieri che impegna il governo a innalzare l’indennità di disoccupazione per i lavoratori frontalieri che perdono il posto di lavoro.
L'accordo, che dovrebbe sostituire quello attuale, risalente al lontano 1974, era stato siglato nel dicembre 202 dal viceministro italiano Antonio Misiani e dalla segretaria di Stato svizzera per le questioni finanziarie Daniela Stoffel, quindi approvato in via definitiva dal Consiglio degli Stati il 13 dicembre 2021 e poi dal Nazionale il 1° marzo 2022.
Il processo di ratifica italiano, protrattosi a causa del cambio dell’esecutivo di Roma, è seguito con particolare attenzione in Ticino, dove ogni giorno entrano 78.000 lavoratori frontalieri. Con il nuovo accordo, se andrà in porto, Bellinzona beneficerà di maggiori entrate fiscali: in Svizzera resterà infatti l'80% del gettito per i nuovi frontalieri, che saranno tassati anche in Italia.
Coloro che lavorano o hanno lavorato nei Cantoni Ticino, Grigioni e Vallese tra il 31 dicembre 2018 e la data di entrata in vigore del testo - i cosiddetti “frontalieri attuali” - continueranno a essere tassati esclusivamente in Svizzera, la quale verserà ai Comuni italiani di confine fino all'anno fiscale 2033 una compensazione finanziaria del 40% dell'imposta alla fonte prelevata nella Confederazione.
“Siamo estremamente soddisfatti - ha dichiarato Alfieri – Il testo approvato oggi è frutto di un lungo percorso di ascolto, confronto e concertazione con le forze sociali e le comunità dei comuni di confine per cui mi sono speso in prima persona”.