Norman Gobbi: “Garantisce parità di trattamento, ha un impatto finanziario neutro e mantiene l'obiettivo generale della diminuzione di imposta”
BELLINZONA - Il Consiglio di Stato ha approvato oggi i termini per l’introduzione del nuovo sistema di calcolo dell'imposta di circolazione 2023 dopo la votazione popolare sull’iniziativa del Centro (PPD). Quello odierno, ha detto in conferenza stampa il direttore del Dipartimento istituzioni, Norman Gobbi, è un decreto legislativo urgente che ha l'obiettivo di applicare già nel prossimo anno il nuovo metodo.
“L’auspicio è che il Gran Consiglio riprenda la nostra proposta, perché garantisce parità di trattamento e risponde in maniera chiara al principio di "chi meno inquina, meno paga", ha un impatto finanziario neutro e mantiene l'obiettivo generale della diminuzione di imposta”. Nel 2023 sarà poi necessario modificare la legge in maniera definitiva a livello di base di calcolo.
Gobbi ha spiegato che il tema centrale è di carattere tecnico: le emissioni di CO2 sono l'elemento centrale della nuova politica sull’imposta di circolazione votata dal popolo, ma ci sono due “cicli di omologazione” delle vetture. Uno ha mostrato delle criticità, il NECD, l'altro è il nuovo WLTP, un valore di cui dispongono i veicoli immatricolati dopo il primo gennaio 2021, che è più moderno e più aderente alla realtà.
Il Consiglio di Stato ha quindi cercato una soluzione per evitare disparità di trattamento tra i detentori di veicoli più vecchi e quelli che hanno auto nuove, anche perché, ha aggiunto il ministro, l'evoluzione del parco veicoli è sempre più moderna e il valore NEDC non è praticamente quasi più disponibile sui nuovi veicoli.
Differenziando il calcolo in base al ciclo di omologazione delle singole vetture, il gettito di imposta per il 2023 diminuirebbe di oltre 7 milioni. Perciò il Governo ha deciso di applicare questa differenziazione relativa alle emissioni, ma con un impatto finanziariamente neutro introducendo un coefficiente di moltiplicazione del gettito per tutti i veicoli.
La stima del gettito prevista per il 2023 con questa formula voluta dal Consiglio di Stato prevede di incassare quasi 20 milioni in meno rispetto al 2022, mentre l’anno successivo, quando la moratoria per i veicoli immatricolati prima del 2009 non verrà più applicata, si raggiungerà indicata ai cittadini in vista della recente votazione.
“Potevamo intervenire sulla tassa base, in modo da colpire tutto il parco veicoli, o sul coefficiente di elevazione del CO2, oppure applicare il moltiplicatore. L’anno prossimo decideremo su quale fronte è meglio intervenire. Nel frattempo, intendiamo garantire una risposta al voto popolare, applicando un moltiplicatore che corregga il miglioramento di una differenziazione, evitando di penalizzare chi ha un'auto moderna con meno emissioni”.