Il presidente del Centro (PPD): "Daremo battaglia in Gran Consiglio e presenteremo un rapporto alternativo". E lancia un appello agli altri partiti
BELLINZONA – Fiorenzo Dadò è furioso. La proposta del Consiglio di Stato per l’introduzione del nuovo sistema di calcolo dell'imposta di circolazione 2023 dopo la votazione popolare sull’iniziativa lanciata dal suo partito, e sostenuta da Lega e UDC, si prende gioco della volontà popolare. “Disattende in modo inaccettabile la nostra iniziativa e il voto popolare – dice a liberatv -. Il perché è molto semplice: con il calcolo proposto dal Governo illustrato oggi dal direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, per i veicoli più nuovi il risparmio dei cittadini sarebbe inferiore a quanto previsto dall’iniziativa, mentre per quelli immatricolati prima del 2009, per i quali era prevista la moratoria, vi sarebbe addirittura un aggravio fiscale del 13 per cento. E stiamo parlando delle auto di quasi quarantamila ticinesi!”.
Dadò non intende addentrarsi nel tecnicismo dei “cicli di omologazione” di cui ha parlato oggi il consigliere di Stato leghista (LEGGI QUI). Va al sodo: diciamolo chiaramente, nello stesso giorno in cui si annuncia in pompa magna che i conti del 2022 vanno bene e usciranno in pareggio, con questa proposta il Governo vuole incassare sette milioni in più nel 2023 rispetto a quanto deciso dal popolo, dice il presidente del Centro (PPD). “E che questa proposta venga proprio da un esponente del movimento che da sempre si fa paladino dei diritti popolari e acclama il popolo in ogni occasione, è sconcertante. Poi si fa tanto la morale all’Italia, ma qui non siamo meglio. Daremo battaglia in Gran Consiglio e presenteremo un rapporto alternativo, conforme alla volontà popolare. E faccio da subito un appello agli altri partiti che durante la campagna hanno pubblicamente dichiarato di voler rispettare la volontà popolare di tener fede alle promesse fatte”.