"Ci è difficile poter ipotizzare una convivenza in città con simili realtà che si credono al di sopra della legge e che non hanno il ben che minimo rispetto della cittadinanza"
LUGANO – Come da copione, l’idea lanciata dalla municipale Cristina Zanini Barzaghi di riaprire all’autogestione parte dell’ex Macello (leggi qui) ha suscitato reazioni politiche. La sezione UDC di Lugano ha preso posizione tramite il comunicato stampa, firmato dal presidente Alain Bühler, che pubblichiamo:
“L’autogestione per la Municipale socialista Zanini-Barzaghi potrebbe essere ancora inserita nel progetto di riqualifica del sedime dell’ex Macello. “Si tratterebbe di concedere per qualche anno questi spazi per offrire qualcosa di interessante che resta nel tempo”. Questo è quanto ha dichiarato in un’intervista rilasciata a La Regione in data odierna.
Poco importa se gli autogestiti invadono illecitamente la pubblica piazza, imbrattano e danneggiano beni pubblici e privati, disturbano la quiete pubblica e violano le proprietà private.
L’UDC Lugano respinge sin d’ora qualsiasi ipotesi di un ritorno degli autogestiti all’ex Macello, si tratta di un sedime all’interno di un quartiere densamente popolato che ha già subito un ventennio di “autogestione irrispettosa” e che non si merita affatto un loro ritorno sotto le loro finestre. Inoltre, sulla scorta degli ultimi episodi ci è difficile poter ipotizzare una convivenza in città con simili realtà che si credono al di sopra della legge e che non hanno il ben che minimo rispetto della cittadinanza.
Va detto che attualmente è in corso un progetto culturale alternativo sul sedime sterrato alla Gerra, per il quale ci risulta sia stata richiesta una regolare autorizzazione alla Città e siano state date tutte le garanzie del rispetto della legge. Pare quindi che una frangia della scena culturale alternativa cittadina sia più incline al rispetto delle regole. L’UDC trarrà in ogni caso le sue conclusioni al termine del periodo di permanenza di questo progetto alla Gerra. Ma annuncia sin d’ora che non avallerà mai l’insediamento di progetti di autogestione nelle immediate vicinanze di zone residenziali, che richiedano finanziamenti pubblici (attivi e passivi) e senza regole d’ingaggio chiare statuite in una Convenzione: rispetto della legge, rispetto e dialogo con le autorità, rispetto per la cittadinanza.
Sia ben chiaro una volta per tutte: la Città di Lugano e i suoi cittadini non devono nulla agli ex molinari. È ora di smetterla di sentirsi in debito con loro”.