POLITICA E POTERE
Ticino: ecco la nuova legge sulla videosorveglianza
La propone il Consiglio di Stato accanto a una revisione totale della legge sulla protezione dei dati personali: "Occorre rafforzare i diritti dei cittadini"

BELLINZONA - Il Consiglio di Stato ha approvato, nella seduta del 17 maggio 2023, due messaggi che mirano a rafforzare i diritti fondamentali delle cittadine e dei cittadini, in particolare nell’ambito della protezione dei diritti della personalità e della sfera privata. Si tratta dei progetti di revisione totale della legge cantonale sulla protezione dei dati personali e di nuova legge cantonale sulla videosorveglianza pubblica.

Il Consiglio di Stato segue con attenzione l’evoluzione legislativa nell’ambito della protezione dei dati personali e, più in generale, della sfera privata. Per questo motivo, propone al Parlamento – attraverso due messaggi governativi – una revisione totale della legge sulla protezione dei dati personali e una nuova legge sulla sorveglianza pubblica.  

Revisione totale della legge cantonale sulla protezione dei dati personali

Il diritto nazionale e cantonale della protezione dei dati deve essere adeguato e modernizzato, tenendo conto dell’evoluzione del diritto internazionale superiore (Convenzione STE 108 del Consiglio d’Europa, Regolamento (UE) 2016/679 e Direttiva (UE) 2016/680). Recependo queste riforme nella nuova legge cantonale sulla protezione dei dati, il Consiglio di Stato intende estendere gli obblighi dei titolari delle elaborazioni di dati e rafforzare i diritti delle persone interessate e i poteri d’intervento e di controllo dell’autorità di protezione dei dati. Lo scopo ultimo consiste nella definizione di un quadro giuridico e istituzionale più solido a tutela dei diritti della personalità e della sfera privata in relazione all’elaborazione di dati personali.  

L’aggiornamento del diritto cantonale persegue sia l’obiettivo del rafforzamento della tutela dei diritti delle cittadine e dei cittadini sia quello di non compromettere né la decisione di adeguatezza del diritto svizzero della protezione dei dati né gli accordi di Schengen, in particolare l’accesso delle autorità di polizia al sistema d’informazione di Schengen SIS.  

La nuova legge cantonale sulla protezione dei dati estenderà gli obblighi per i titolari di elaborazioni di dati personali, quali l’obbligo dell’informazione qualificata nei confronti della persona interessata in occasione della raccolta di dati personali, l’obbligo della prova della protezione dei dati, l’obbligo della valutazione d’impatto sulla protezione dei dati e l’obbligo dell’auto-segnalazione in caso di incidente che implica un grave rischio per la protezione dei dati. La nuova legge ribadirà e rafforzerà gli obblighi attuali, in particolare riguardo alla sicurezza dei dati, all’istituzione del registro degli archivi di dati, alla consultazione preventiva e alla collaborazione con l’Incaricato cantonale della protezione dei dati. Il progetto legislativo precisa le condizioni e le modalità d’esercizio dei diritti delle persone interessate. È previsto poi un rafforzamento delle competenze decisionali e del modo d’intervento dell’Incaricato cantonale della protezione dei dati, che potrà decidere, a determinate condizioni, di far applicare tutta o parte di una sua raccomandazione, oppure potrà emettere direttamente una decisione, in sostituzione della raccomandazione, se è prevedibile che il titolare dell'elaborazione rigetti la raccomandazione o non gli dia seguito.  

Nuova legge sulla videosorveglianza pubblica  

Negli ultimi anni, il Cantone, i Comuni, gli enti statali e para-statali cantonali e locali, le Chiese ufficialmente riconosciute dallo Stato e i privati che assumono compiti di diritto pubblico utilizzano con sempre maggior frequenza sistemi di videosorveglianza su suolo pubblico per vari scopi quali la sicurezza e l’ordine pubblico, la verifica degli accessi limitati nei centri storici, la gestione dei rifiuti, la sorveglianza di infrastrutture pubbliche e la logistica.  

L’adozione di una legge cantonale sulla videosorveglianza risponde a un’esigenza manifestata da più parti, in particolare dai Comuni, e permetterà di disporre di un quadro giuridico di riferimento nel quale definizioni, strumenti, modalità, regole e principi della videosorveglianza pubblica saranno stabiliti in modo uniforme, garantendo nel contempo un’ampia autonomia residua ai Comuni e agli altri enti.  

La nuova legge cantonale fisserà in particolare i principi e i limiti della videosorveglianza pubblica, quali le modalità di sorveglianza ammissibili, la trasparenza (ossia l’obbligo da parte del titolare di informare sulla presenza di strumenti di videosorveglianza) e la sicurezza nella gestione dei dati. Essa stabilirà inoltre l’obbligo del titolare di disciplinare concretamente la videosorveglianza nel diritto materiale d’esecuzione (scopo della videosorveglianza, tipo di strumento impiegato, luoghi, durata della conservazione, diritti di accesso ai dati eccetera).  

Per contro, per il loro stretto nesso con la prevenzione e la lotta a reati, e quindi per la loro invasività, rimangono di esclusivo appannaggio del diritto di polizia le applicazioni e le attività di sorveglianza e controllo pubblico come il riconoscimento facciale e di movimento, le videocamere portatili, la lettura di targhe di veicoli e la videosorveglianza a sostegno operativo della polizia. È esclusa dal campo di applicazione della nuova legge anche la videosorveglianza eseguita a protezione della salute o della sicurezza personale di individui in condizioni particolari, quali ad esempio, pazienti in strutture sanitarie, degenti in case di riposo e detenuti in strutture carcerarie.

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