Martedì Alain Berset e Raffaele De Rosa annunceranno i premi del 2024. Si attende la stangata. Ecco come andrà
di Andrea Leoni
Domani saranno resi noti i premi di cassa malati per il 2024. Come da tradizione il primo annuncio spetterà, per l’ultima volta, al Consigliere Federale responsabile della sanità Alain Berset, alle ore 14.00, mentre alle 15.00 toccherà al Direttore del Dipartimento della sanità ticinese Raffaele De Rosa. Pronostico sbandierato ormai da mesi ai quattro venti: sarà stangata. Il piccolo dubbio da sciogliere resta sull’entità della "legnata".
Siccome è da qualche anno che raccontiamo il rito, possiamo anticiparvelo, quasi al dettaglio, senza la paura di spoilerare. La trama del rincaro dei premi d'autunno, infatti, la conosciamo ormai tutti a memoria come quella di “Una poltrona per due" a Natale. Berset giustificherà gli aumenti, del resto approvati dall’Ufficio federale della sanità, condendo il discorso con qualche lamentela sull’incapacità della politica di superare i blocchi tra le varie lobby che si fronteggiano sul dossier. Ma ormai non è più un problema suo. Ci ha provato per dieci anni a risolverlo e non ci è riuscito. Amen, avanti il prossimo.
Raffaele De Rosa si sintonizzerà con l’incazzatura media dei ticinesi, dirà che il Cantone ha sfruttato tutti i margini di manovra per contenere i costi, snocciolando interventi puntuali e cifre, punterà il dito contro le lobby che tengono in ostaggio il Parlamento federale e la scarsa trasparenza del sistema. Ribadirà che LaMal è al capolinea e che occorre un ripensamento radicale (con occhiolino alla cassa malati pubblica).
Immediatamente dopo la conferenza stampa, comincerà il contro canto politico tra chi metterà l’accento sui costi - affermando che i premi non sono altro che una cartina di tornasole - e chi sulla necessità di una riforma totale del sistema che porti alla creazione di un cassa pubblica, possibilmente con premi proporzionati al reddito. Ascolteremo una sfilza di proposte, alcune ancora galleggianti in qualche commissione tra Stati e Nazionale, altre già approvate e in fase d’implementazione. E ci capiremo poco.
“Riserve” (delle casse malati, meglio “kassamalatari” in abbinamento) sarà uno dei termini più consumati nella giornata di domani e di quelle a seguire. Insieme a “pianificazione ospedaliera”, “ambulatoriale”, “farmaci generici”, l’immancabile “ceto medio”. Magari qualcuno proporrà una nuova iniziativa cantonale che, inevitabilmente, finirà spiaggiata a Berna nel prossimo anno, se va bene. Certamente attendiamoci una pioggia di atti parlamentari che faranno la stessa fine, ma in minor tempo.
Sentiremo parlare dell’ospedale sotto casa, delle troppe cliniche private presenti in Ticino, e di personaggi mitologici come quelli che, siccome pagano il premio, vanno dal medico tutti i giorni e se si slogano la caviglia chiedono il consulto a tre specialisti. Nelle chiacchiere farà senz’altro capolino l’invecchiamento della popolazione. Poi ci sarà chi vorrà stupire con proposte shock: aboliamo l’assicurazione obbligatoria (già fatta); togliamo agli studi medici le radiografie (e magari l’elettrocardiogramma); ma gli ultra ottantenni malati di cuore dobbiamo proprio operarli?
Il livello degli interventi polemici sarà leggermente più alto del solito, a causa della campagna elettorale in corso, di cui peraltro non sembra fregare niente a nessuno (candidati esclusi). Quest’anno poi abbiamo riscoperto anche l’inflazione e sul borsellino di molti ticinesi pesano e peseranno il rincaro della bolletta energetica, della benzina, delle ipoteche e di tutti gli altri aumenti che incideranno sul potere d’acquisto e sul costo della vita.
A questo punto qualcuno si ricorderà del preventivo in arrivo, con annessa manovra di risanamento finanziario. Di certo qualcuno traccerà la linea rossa: i sussidi di cassa malati non si toccano. E ma il decreto Morisoli votato dal popolo? Le condizioni sono oggettivamente cambiate. Lega e PS ricorderanno le loro iniziative popolari pendenti in materia, chiedendo che vengano evase al più presto.
All’anno prossimo.
PS: speriamo per una volta di sbagliarci