POLITICA E POTERE
Sciopero degli statali, tre domande a Raoul Ghisletta
Il sindacalista: "Rischiamo di finire in una situazione irragionevole a causa di una politica che pensa di raccogliere voti bastonando il personale cantonale, cosa che ha fatto sin dal 1995 con decine di peggioramenti"
TiPress/Elia Bianchi

Giovedì 29 febbraio i dipendenti pubblici incroceranno le braccia contro le misure di risparmio che toccano il personale del Cantone decise nell’ambito del preventivo 2024. I sindacati chiedono, in particolare, la piena compensazione del carovita. Abbiamo posto tre domande a Raoul Ghisletta, segretario del Sindacato dei servizi pubblici VPOD.

Lo sciopero non rischia di essere un boomerang, soprattutto in vista (Tribunale federale permettendo) della votazione sulle misure di compensazione relative alle rendite pensionistiche dell’Istituto cantonale di previdenza, la Cassa pensioni?

Lo sciopero sindacale si fa quando le posizioni sono molto distanti e le trattative sono ad un punto morto. Il Ticino è l'unico Cantone che non adegua la scala salariale 2024 al carovita e dà un esempio orribile anche per tutti gli altri lavoratori del Ticino. Non dimentichiamo che il salario mediano in Ticino è del 20% più basso rispetto alla Svizzera intera. Non possiamo rimanere in silenzio! Poi se non passerà il concordato finanziamento per la Cassa pensioni, l'Istituto di previdenza del Canton Ticino offrirà pensioni ai minimi di legge. I sindacati dovranno a quel punto far scioperare i dipendenti per ottenere forti aumenti salariali che consentono di compensare un calo del 15% della rendita.

Rischiamo veramente di finire in una situazione irragionevole e incredibile a causa di una politica che pensa di raccogliere voti bastonando il personale cantonale, cosa che ha fatto sin dal 1995 con decine di peggioramenti.

Lo sciopero in Svizzera è considerato l’estrema ratio. In un contesto di crisi generalizzata nel quale tutti devono fare sacrifici, quelli chiesti ai dipendenti pubblici sono tali da giustificare l’astensione dal lavoro?

Secondo me sì. Il risanamento delle finanze cantonali può essere fatto benissimo applicando le leggi in vigore e non riducendo le tasse. La politica ha deciso sconti che per il ceto medio sono ridicoli, ma che cubano per le finanze del Cantone. Poi la revisione delle stime dovrà essere fatta nel 2025. Ci sono immobili milionari sottostimati. Aggiungo il fatto che in Ticino ci sono Comuni dove si pagano imposte ridicole. Tutto questo malandazzo va corretto. Qui si farebbero sacrifici indolori. E questa sarebbe la vera solidarietà.

Sta ancora in piedi un’Amministrazione cantonale che costa più del gettito fiscale delle persone fisiche?

L'Amministrazione cantonale, la scuola e gli enti sussidiati dal Cantone rispondono semplicemente ai mandati attribuiti dal Parlamento tramite le leggi in vigore. Il Parlamento ticinese non ha il coraggio di abolire nemmeno una legge per ridurre il lavoro e i costi dell'Amministrazione e in generale dello Stato, compreso il settore parapubblico. Non solo perché ha una capacità molto bassa di iniziativa politica, ma soprattutto perché sa benissimo che dovrebbe mettere la faccia davanti al popolo a seguito di referendum. Come abbiamo visto per la modifica di legge concernente la riduzione dei premi assicurazione malattia, proposta dal Governo e abbandonata dal centrodestra dopo le grandi manifestazioni di piazza di novembre e gennaio.

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