Il deputato UDC: "Il Governo si nasconde dietro a un dito. Conoscevamo le doti di penalista di Maria Galliani, non quelle di contorsionista"
BELLINZONA – "Ritirare subito l'assurda designazione dell'avv. Galliani a giudicare il tribunale che giudica i suoi clienti". È la richiesta che avanza tramite un'interpellanza "urgentissima" firmata da Tuto Rossi, "a difesa della dignità, sovranità ed indipendenza della giustizia". La richiesta di Rossi esorta il Consiglio di Stato "a ritirare immediatamente l'assurdo incarico alla penalista Avv. Maria Galliani di inchiestare sul funzionamento del Tribunale penale, che frequenta ogni giorno per conto dei suoi clienti".
"La posticcia limitazione dell’incarico dietro la soglia delle “questioni riguardanti i giudici” – si legge – è un sofisma di cattivo gusto.
Il Consiglio di Stato si nasconde dietro un dito. Infatti uno dei principali oggetti del contendere è il personale della cancelleria protetto da tre giudici e accusato di mobbing altri due giudici, che per questa ragione si sono denunciati tra di loro".
E ancora: "Conoscevamo le doti di penalista dell’avvocata Maria Galliani, non conoscevamo invece quelle di contorsionista. Perché per riuscire a fare un’inchiesta sul funzionamento del settore amministrativo del Tribunale penale senza toccare “le questioni che riguardano i giudici” bisogna essere un abilissimo contorsionista, piuttosto che un penalista. Ci sarebbe da ridere per questa farsa, se non ci fosse in gioco la credibilità di uno dei pilastri portanti della società democratica".
"Prima di scomodare il principio secondo il quale “la giustizia non solo deve essere fatta, ma deve anche essere vista come fatta” (come ha giustamente scritto l’Avv. Filippo Gianoni), basterebbe applicare il buon senso. E stupisce che il Consiglio di Stato, che pure annovera tra i suoi membri un ex giudice del Tribunale penale cantonale, non si sia reso conto che è assurdo incaricare un
avvocato di inchiestare su un tribunale che giudica i suoi clienti. Non spetta a noi dare consigli ai magistrati. Tuttavia la salvaguardia dell’indipendenza della magistratura impone che costoro rifiutino l’accesso al Tribunale penale all’avvocata Maria Galliani, qualora il Consiglio di Stato non si rinsavisse annullando l’assurdo incarico".
Alla luce di quanto esposto, ecco le otto domande contenute nell'interpellanza:
1. Per quali oscure ragioni ha affidato all’avvocata Maria Galliani il compito di raccogliere accertamenti preliminari sul funzionamento amministrativo del Tribunale penale cantonale che frequenta ogni giorno per conto dei suoi clienti?
2. Il Consiglio di Stato non pensa che l’immagine di Maria Galliani una volta sullo scranno a giudicare il funzionamento amministrativo del Tribunale penale, e un’altra sotto lo scranno a difendere il suo cliente giudicato dal medesimo Tribunale penale, finisca per offuscare l’immagine della giustizia?
3. Per quali ragioni di nepotismo o di partitismo è sempre o quasi sempre l’avvocata Maria Galliani a ricevere i mandati diretti del Consiglio di Stato, ovviamente sempre senza pubblico concorso?
4. Qual è la spesa anche sommariamente preventivata per questo ulteriore mandato diretto all’avvocata Maria Galliani?
5. Quanti mandati diretti avvocata Maria Galliani ha ricevuto dal Consiglio di Stato negli ultimi 15 anni?
6. Quanti soldi ha incassato l’avvocata Maria Galliani negli ultimi 15 anni dai mandati diretti ottenuti dal Consiglio di Stato?
7. Non trova il Consiglio di Stato che, come avviene in altri Cantone e nei paesi civilizzati come la Francia, bisognerebbe vietare agli ex Procuratori pubblici di assumere mandati nel settore penale almeno per cinque anni, proprio per evitare commistioni?
8. Non crede il Consiglio di Stato che per la dignità della giustizia, occorre revocare immediatamente l’incarico conferito Maria Galliani, e se necessario affidarlo da un ex magistrato proveniente dall’esterno del Cantone Ticino?