Il presidente della sezione liberale di Lugano parla di una ulteriore tassa. "I milioni pagati dai cittadini sono tanti, troppo. E che cosa si faccia di quei soldi non si sa". Propone un test per capire se si fa davvero prevenzione o solo 'cassetta'
di Paolo Morel*
Prendendo spunto dall’intervista dei giorni scorsi al parlamentare Marco Passalia e memori dell’iniziativa del Consigliere di Stato Norman Gobbi di scrivere ai Municipi del Cantone chiedendo di “migliorare” la situazione attuale legata ai troppi controlli di velocità, non possiamo esimerci nel fare qualche ulteriore riflessione.
La percezione generale del cittadino, e ben fa Passalia a ricordarlo, è che i controlli radar siano “fuori controllo”. Ma direi di più, essi sono considerati come un’ulteriore tassa, più o meno occulta, e continuano ad essere venduti come prevenzione.
Prova ne è: l’inserimento nei conti dello Stato del preventivo “multe” e, come tutti i preventivi, esso è un obiettivo da raggiungere. Sono molti i milioni che Cantone e Comuni ascrivono alla voce multe sia che si tratti di radar fissi o mobili. Troppi controlli e troppe multe. Si scrive prevenzione ma si legge imposizione. E in tutto questo non c’è nessuna misura oggettiva, tranne il budget.
L’attività di controllo è percepita come eccessiva ed è impossibile darle una connotazione più precisa, più concreta.
Il Dipartimento delle Istituzioni potrebbe fare, un esercizio di trasparenza, valore quest’ultimo, connaturato all’essenza stessa dello Stato. Le informazioni sono tutte disponibili e si trovano tutte presso la Polizia, principalmente quella cantonale. Tra le principali cause di incidenti gravi, se non la principale, ci sono gli eccessi di velocità. Di sicuro esistono statistiche annuali che non solo catalogano questi incidenti ma ne conoscono il luogo e le rispettive frequenze negli anni.
Immaginiamo ora di apporre questi luoghi sulla cartina geografica del Cantone. Seguendo lo stesso procedere ed in assoluta trasparenza riportiamo in seguito i luoghi e la frequenza dei controlli. Il resto è facile da intuire: più grande la correlazione tra i punti, più grande la prevenzione e viceversa.
Per il momento, resta il fatto che i milioni pagati dai cittadini sono tanti, troppi. E di tutti quei soldi cosa ne facciano il Cantone o i Comuni, non è dato a sapere.
Per definizione, le entrate di Stato e Comuni derivano dalle imposte. Da qui, poi, viene composto il budget per fare fronte alle spese. In questo meccanismo è assodato l’introito dei controlli radar che, di fatto, non sono più strumento di prevenzione bensì una ulteriore misura a completamento dei budget istituzionali.
Riteniamo che sia arrivato il momento di modificare quest’approccio ed in questo senso non possiamo che salutare l’interpellanza del Gran Consigliere Passalia. Ci auguriamo che i controlli coincidano, da subito e durevolmente, con lo scopo dichiarato, prevenzione.
*presidente PLR sezione Lugano