SECONDO ME
Simona Genini: "Studio fiscale SUPSI: lasciamo parlare i fatti"
"Ci si dovrebbe chiedere il perché di tanta preoccupazione da parte degli oppositori alla riforma tributaria alla pubblicazione di queste statistiche fiscali"

di Simona Genini*

La discussione parlamentare di lunedì sulla pubblicazione del Centro competenze tributarie e giuridiche della SUPSI relativa al prelievo fiscale nel Cantone Ticino e nella Confederazione ha evidenziato, senza ombra di dubbio, che la stessa rappresentava soltanto un aggiornamento di dati conosciuti da tempo. Addirittura, il primo studio pubblicato era stato commissionato dal Consiglio di Stato una quindicina di anni fa. Quindi piena approvazione per il comportamento del Centro competenze tributarie e giuridiche della SUPSI, come peraltro rilevato dalla Consigliera di Stato Marina Carobbio nel rispondere all’atto parlamentare del deputato PS Sirica.

La metodologia di studio era peraltro già stata utilizzata anche nelle precedenti pubblicazioni del Centro.
La libertà di ricerca, evidentemente, comprende anche quella di scegliere quando pubblicarne il risultato. Ciò ribadito, ci si dovrebbe chiedere il perché di tanta preoccupazione da parte degli oppositori alla riforma tributaria alla pubblicazione di queste statistiche fiscali.

Forse perché non si vuol far sapere ai votanti che la pressione fiscale nel Cantone Ticino, da molti anni ormai (dal 1976) e per alcune categorie di redditi, è tra le più elevate della Svizzera? Forse perché si vuole nascondere ai cittadini l’informazione che il Ticino costituisce un’eccezione nel contesto fiscale intercantonale, con la conseguenza di favorire la partenza di contribuenti facoltosi e pregiudicarne l’arrivo di nuovi?

Si teme che questi dati possano favorire un sì alla riforma fiscale e questo evidenzia il vero tema, quello di chi vuole che il dibattito pubblico avvenga non attorno a fatti ma a posizioni ideologiche. Il che, naturalmente, favorisce il dogmatismo e la polarizzazione, proprio mentre servirebbero competenza e pragmatismo. Alcuni, evidentemente, preferiscono che elettrici e elettori scelgano non per ragionamento ma per schieramento.

*deputata PLR

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