SECONDO ME
Agustoni: "Scollamento? No, frizioni politiche. E non è detto che sia un male"
Il capogruppo del Centro commenta i rapporti tesi tra partiti di Governo ed Esecutivo: "Ecco tre elementi all'origine delle divergenze"
ANALISI

Scollamento

21 OTTOBRE 2024
ANALISI

Scollamento

21 OTTOBRE 2024

di Maurizio Agustoni*

Andrea Leoni, nella sua ultima analisi su questo portale, ritiene che tra Consiglio di Stato e Gran Consiglio si sia creato uno “scollamento”. Per quanto riguarda il mio gruppo non avverto questa situazione, anche perché la collaborazione con Raffaele De Rosa è eccellente. Posso tuttavia “concedere” ad Andrea Leoni che in alcuni passaggi legati al risanamento finanziario ci sia stata una divergenza tra governo e parlamento.

In proposito, mi sembra vadano perlomeno considerati i seguenti elementi. (1) Il Consiglio di Stato non ha mai voluto prendere posizione sul cosiddetto decreto Morisoli. Né nell’ottobre 2021, quando è approdato in aula, né durante i dibattiti che hanno condotto al voto popolare del 15 maggio 2022. Credo sia una delle uniche volte (se non l’unica tout court) in cui il Consiglio di Stato non abbia espresso la propria opinione sull’opuscolo informativo che accompagna le schede di voto. Un “mutismo” quantomeno singolare, dato che il voto verteva sui principi di riequilibrio finanziario dei successivi quattro anni, oltretutto ripartiti su due legislature. Questo approccio passivo, che non ho mai capito, ha probabilmente rafforzato in alcuni deputati la convinzione che il “boccino” in materia finanziaria sia oramai nelle mani del Gran Consiglio.

(2) Il Consiglio di Stato ha deciso di presentare una riforma fiscale contenente (anche) sgravi a favore dei contribuenti più facoltosi in un periodo di risanamento delle finanze cantonali. Il popolo ha approvato questa riforma perché gli era stato spiegato e promesso che la riforma era stata concepita “per evitare aumenti di imposte a tutti”. È evidente che la scelta di sgravare i buoni contribuenti in un periodo delicato per le casse cantonali rende ancora più indigeste misure di contenimento della spesa e rende totalmente improponibili misure di aumento delle entrate a carico del ceto medio.

(3) Questi due elementi (mutismo sul decreto Morisoli, riforma fiscale in periodo di “magra”) hanno inevitabilmente limitato il potenziale raggio d’azione del Consiglio di Stato, che da un lato non può contraddire le indicazioni del voto popolare sul risanamento dei conti (non si aumentano le imposte) e dall’altro, dopo avere “portato a casa” la riforma fiscale, non può proporre misure che allarghino le disparità sociali.

Va però detto che il Preventivo, per quanto importante, non è l’alfa e l’omega dell’attività politica di questo Cantone. Nella maggior parte dei casi – basta leggere i resoconti delle votazioni in aula – Gran Consiglio e Consiglio di Stato sono perfettamente allineati. La quasi totalità dei crediti è del resto approvata da una maggioranza che va ben oltre i partiti di governo.

Più che di scollamento, penso si debba piuttosto parlare di frizioni, più politiche che istituzionali, legate a nodi che piano piano stanno arrivando al pettine. Non è una situazione per forza negativa, anzi, potrebbe portare a un opportuno chiarimento di linea sulla politica finanziaria dei prossimi anni.

*capogruppo il Centro

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