CANTONALI 2023
Il Consiglio di Stato a Matrioska: "Altro che Governo del Mulino Bianco. Gli elettori hanno premiato la squadra"
Le riflessioni a caldo a TeleTicino dei quattro ministri riconfermati e della nuova entrata Marina Carobbio

MELIDE – La legislatura che inizierà nei prossimi giorni sarà molto impegnativa per il nuovo Consiglio di Stato, che dovrà affrontare temi importanti, con il grande punto interrogativo sulla delicata situazione delle finanze cantonali. Raffaele De Rosa sarà il primo presidente di un Governo riconfermato per quattro quindi, con l’unica, scontata variabile di Marina Carobbio, eletta sulla lista rosso-verde al posto di Manuele Bertoli. I cinque ministri hanno fatto le prime riflessioni a caldo sul voto di ieri nell’ultima parte di Matrioska, su TeleTicino. Felice per l’elezione Marina Carobbio, ma delusa per il risultato della sua lista: “Ci aspettavamo qualcosa di più, ma il nostro è un progetto politico sul medio lungo termine – ha detto - Carobbio –. Faremo le debite riflessioni sul fatto che non abbiamo raggiunto l’obiettivo, al di là della riconferma del seggio in Governo, anche alla luce dei risultati odierni per il Gran Consiglio”. La frammentazione del voto non tocca solo la sinistra, ha aggiunto, ma è un fenomeno più generale. E sull’ottimo risultato di Avanti con Ticino & Lavoro, che ha ottenuto il 3,2% dei consensi: “Non è una forza politica di sinistra ma di centro. Vedremo comunque quali saranno le loro proposte concrete”.

Quasi commosso Claudio Zali, l’unico ministro insidiato all’interno della propria lista: “Per me era una sfida importante e ringrazio di cuore chi mi ha sostenuto”. Zali ha sottolineato l’ottima votazione del suo avversario Piero Marchesi: “Nel pomeriggio ci siamo scambiati una telefonata. Ora si deve guardare avanti, le frizioni nella nostra lista sono avvenute a distanza, in una campagna elettorale che ha dato luogo a qualche fraintendimento, ma se dall’altra parte non si litiga e va a finire così…”, ha detto riferendosi al deludente risultato di socialisti e verdi.

Christian Vitta, con oltre 68'000 voti personali, è stato il ministro più votato, nonostante il PLR abbia perso terreno. E sul deludente risultato del PLR a Lugano, il ministro ha sottolineato che “la sezione è uscita da anni assai complicati” e che i conti bisognerà farli alla luce dei risultati del Gran Consiglio. “Già un anno fa in Governo avevo pronosticato che Christian sarebbe stato il più votato”, ha detto Norman Gobbi. Nel commentare il suo ottimo risultato personale, Vitta ha spiegato che sull’esito ha certamente influito il suo anno di presidenza durante la pandemia: “Ma in generale elettrici ed elettori hanno apprezzato l’elemento di coesione del Consiglio di Stato in quel momento difficile, e il nostro aver saputo lavorare uniti ha pagato. Ora ci aspetta un quadriennio impegnativo, e sarà importante lavorare con determinazione e con unità di intenti. Spero che questo amalgama permetterà al Ticino di superare i problemi che deve affrontare”.

Gli ha fatto eco De Rosa: “Al di là dei risultati personali, è stato premiato un lavoro di squadra e un impegno quotidiano in favore delle cittadine e dei cittadini”. Cambierà qualcosa nella ripartizione dei dipartimenti, visto che De Rosa ha, per anzianità, avrebbe diritto di optare per il DECS lasciato libero da Manuele Bertoli? “Sono stato onorato e fiero di dirigere il Dipartimento sanità e socialità – ha risposto il ministro del Centro - ma è importante ricordare che lavoriamo all’interno di un collegio governativo, indipendentemente dal dipartimento che dirigiamo. Quella sulla ripartizione sarà una discussione che faremo serenamente all’interno del Governo nei prossimi giorni”.

Altro tema da affrontare, le eventuali elezioni suppletive per eleggere il o la subentrante di Marina Carobbio al Consiglio degli Stati. Il Consiglio di Stato sembra intenzionato e evitarle: “Sarebbe un elemento critico portare i ticinesi a votare quattro volte in pochi mesi, da qui alle federali di ottobre”, ha detto Gobbi.

Sul “Governo del Mulino Bianco”, uno degli slogan che l’UDC ha utilizzato per cercare di scalzare il seggio di Zali con lo slogan “Cambiamo ora”, il ministro leghista ha detto: “Se all’interno di un Governo volano botte da orbi ma fuori non si sente nulla, se abbiamo dato verso l’esterno l’impressione di essere compatti è un buon segno. Sia chiaro che non siamo cinque cloni che non discutono sui temi. Il Governo del Mulino bianco? Una bella trovata elettorale, ma niente di più”.

L’accusa al passato Consiglio di Stato è stata quella di aver gestito il temi con un eccesso di dipartimentalismo, senza pestarsi i piedi d’un l’altro.

“In una grande organizzazione con 5'000 dipendenti il dipartimentalismo è inevitabile - ha spiegato Vitta -. In ogni caso, le discussioni all’interno del collegio, ci sono ma quando si decide una linea il Governo è coeso. Sembra quasi che la capacità di lavorare insieme sia un fattore negativo, ma vi lascio immaginare cosa sarebbe successo se avessimo litigato durante la pandemia. Il fatto di riuscire a fare una sintesi delle diverse posizioni e di portarla avanti in modo coeso non è affatto negativo”.

Coesione sarà dunque la parola d’ordine della prossima legislatura? “Nessuno da solo riesce a ottenere risultati -ha detto Raffaele De Rosa -. Per farlo ci vuole un gioco di squadra, e anche voi come media dovreste avere maggiore responsabilità spiegando e veicolando maggiormente i punti positivi dei passi avanti che vengono fatti. Il mio impegno, insieme ai colleghi, dai prossimi sarà ripartire da dove ci siamo lasciati e trovare convergenze per il bene del Ticino, ma per farlo bisognerà che ognuno sia disposto a smussare le proprie posizioni. L’importante è riuscire ad andare avanti e non fare passi indietro, come alcuni vorrebbero magari solo per propaganda elettorale”.

Oggi si capirà se ci sarà un rilevante travaso di voti dalla Lega verso l’UDC a livello parlamentare. Ma secondo Gobbi i candidati leghisti al Gran Consiglio si sono mossi molto per tamponare questa tendenza. “Ho visto una squadra motivata. In ogni caso, i rapporti tra i nostri due partiti rimarranno ancora di due a uno dal profilo numerico, e non credo che cambierà molto nei rapporti di forza. L’importante, invece, dal punto di vista strategico è che l’area della destra sta lavorando bene insieme, con alcune differenze di posizione che però sono un arricchimento”.

 

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