"La Lega sta tornando ad essere propositiva e a dettare l’agenda politica ticinese, riappropriandosi di temi che storicamente le appartengono"
di Lorenzo Quadri*
Ma tu guarda questi ex PPD: dopo la “piroetta alla Lambiel” (cit. Picca) sulla modesta misura di contenimento dell’aumento dei sussidi RIPAM per la riduzione del premio di scassa malati (10 milioni di franchi, su un totale di 400 in continua crescita), adesso se ne escono con l’“uregiatada” (ri-cit. Picca) sull’iniziativa popolare della Lega per la deducibilità fiscale integrale dei premi di assicurazione malattia.
Come abbiamo appreso nei giorni scorsi, a “mezzanotte meno cinque” gli uregiatti propongono infatti un controprogetto per dimezzare il costo (presunto) della citata iniziativa leghista, portandolo a 50 milioni. Giustamente, la Lega intende tirare dritto e andare in votazione popolare con l’iniziativa.
Richiesta sacrosanta
Prendiamo comunque atto che anche i centristi si rendono conto che l’iniziativa della Lega chiede qualcosa di sacrosanto. Non sta né in cielo né in terra tassare il cittadino su dei soldi che non ha più. E non perché li ha sperperati, ma perché lo Stato stesso lo ha costretto a spenderli, essendo la LAMal un’assicurazione obbligatoria. Che l’ex partitone non segua questo elementare ragionamento è l’ennesima dimostrazione che in casa PLR di “liberale” non è rimasto nemmeno uno spillo.
Se poi gli uregiatti sono così attenti alla “sostenibilità finanziaria”, allora avrebbero dovuto evitare di fare il salto della quaglia in parlatoio sulla misura di contenimento dell’aumento dei sussidi RIPAM: così il Cantone avrebbe speso 10 milioni in meno, evitando di sussidiare anche persone con un reddito disponibile superiore ai 100mila franchi all’anno. Ma è chiaro anche al Gigi di Viganello che la “piroetta alla Lambiel” era solo populismo da tre e una cicca, a spese dei contribuenti.
Panzane sinistrate
Ed è ora di darcene una fetta alla fanfaluca sinistrata secondo cui l’iniziativa leghista sarebbe “un regalo ai ricchi”. Punto primo: come indicato sopra, non si tratta di un regalo ma di un atto dovuto, perché oggi il contribuente paga imposte su soldi che non ha più. Punto secondo: a beneficiare dell’iniziativa sarebbero tutti i contribuenti che pagano i premi di cassa malati senza ricevere sussidi. Ovvero, in prima linea, il ceto medio.
Tra i beneficiari ci sono anche i ricchi? Sì, ma i ricchi sono una minoranza. Ed oltretutto, per un milionario, poter dedurre un paio di migliaia di franchi in più dalle imposte cambia ben poco. A sentire la differenza è il ceto medio. Inoltre, proprio i socialisti hanno voluto assegnare la 13ª AVS anche ai milionari (si ricorderà che la proposta leghista era invece quella di un sostegno mirato). Sicché i compagni hanno poco da accusare gli altri di fare “regali ai ricchi”. Tanto più che, nel caso dell’iniziativa leghista, di regalato non c’è proprio nulla. Essa solleva un’evidente questione di giustizia!
Compagni contro il ceto medio
Ribadiamo: è tempo che i politicanti comincino a pensare non solo a chi riceve sussidi, ma anche a chi questi sussidi li finanzia con le proprie imposte. Invece i sinistrati, con la loro iniziativa (“pura ideologia”, cit. Zali) per premi di cassa malati che non superino il 10% del reddito - di fatto una variante dei premi in base al reddito - vogliono mazzuolare il ceto medio: quest’ultimo infatti verrebbe costretto a finanziare, tramite le proprie imposte, 300 milioni di franchi all’anno in più di sussidi RIPAM, cifra in continua crescita.
Senza contare che chi avrà raggiunto il “tetto massimo” verrebbe di fatto incoraggiato a consumare prestazioni sanitarie senza freni: tanto il conto lo paga qualcun altro.
La presa per il lato B
Una persona del ceto medio, relativamente giovane e in salute, che non riceve alcun sussidio e che giocoforza sceglie la franchigia massima di 2’500 franchi, è costretta a pagare premi sempre più fuori di cranio solo per finanziare le cure mediche altrui: quindi per “solidarietà”, dal momento che le proprie se le finanzia da solo, restando all’interno della franchigia. Quasi 5’700 franchi all’anno di “solidarietà” sanitaria (premio medio ticinese 2025: circa 473 franchi) sono un po’ tanti. E a tale cifra vanno ancora aggiunte le imposte che servono a pagare gli oltre 400 milioni di sussidi RIPAM.
Senza dimenticare che i premi esplodono anche perché “bisogna” finanziare le prestazioni sanitarie ai finti rifugiati, ai profughi ucraini, agli stranieri in assistenza. E perfino i frontalieri, se si iscrivono alla LAMal, pagano premi inferiori di quelli applicati ai residenti.
Se questa non è una presa per il lato B! A tal proposito si attendono le risposte del Governo federale all’interpellanza presentata in marzo da chi scrive.
La Lega ha ragione
Ha quindi ragione da vendere la Lega quando indica, tra le 40 misure di risparmio proposte in una mozione presentata nei giorni scorsi, anche il taglio dei sussidi di cassa malati, oltre che delle altre prestazioni sociali, ai permessi B. Chi riceve il permesso B dovrebbe infatti essere in grado di mantenersi con le proprie risorse. Invece, “spesso e volentieri” va a gravare sul nostro stato sociale. In Svizzera arrivano troppi migranti e, per di più, sono quelli sbagliati, che non rispondono ad alcuna “necessità dell’economia”.
Con le 40 misure, distribuite su tutti e 5 i Dipartimenti, la Lega mira a “sgonfiare la rana”, per citare il Mattino della scorsa settimana: ovvero a contenere la spesa pubblica finita fuori controllo. Si tratta di misure di semplice applicazione, da implementare nel Preventivo cantonale 2026, che potrebbero portare a risparmiare 80-100 milioni di franchi all’anno (guarda caso, il presunto costo dell’iniziativa per la deducibilità integrale dei premi di cassa malati). Lo Stato deve e può risparmiare. Ci sono interi uffici cantonali che si possono chiudere senza che il cittadino ne risenta. Anzi, ne trarrebbe solo vantaggio!
Ci fa inoltre piacere vedere che la Lega sta tornando ad essere propositiva e a dettare l’agenda politica ticinese, riappropriandosi di temi che storicamente le appartengono. Il contenimento della debordante amministrazione cantonale è uno di questi.
*Consigliere Nazionale Lega - Articolo pubblicato sull'edizione odierna del Mattino della Domenica