L'ex consigliere nazionale commenta il risultato elettorale e la sconfitta di Alex Farinelli: "La scelta di fare pubblicamente 'coming out' l'ha penalizzato"
Ospite di Liscio e Macchiato questa mattina, l’ex presidente ed ex consigliere nazionale dell’UDC Pierre Rusconi. Gran parte della video-rassegna stampa firmata da Marco Bazzi e Andrea Leoni è dedicata alle reazioni al voto di ieri. Il ballottaggio per gli Stati ha premiato Marco Chiesa e Fabio Regazzi.
Partiamo dagli editoriali di Daniel Ritzer sulla Regione e di Gianni Righinetti sul Corriere del Ticino. Il primo parla del “fallimento della linea politica data dalla presidenza Speziali ai liberali-radicali ticinesi, spesso a rimorchio dell’Udc nei temi che contano”.
Alla resa dei conti, alla luce della sconfitta di Alex Farinelli, scrive Ritzer, la strategia di essersi mostrati sempre più a destra pur conservando i “modi educati”, si rivela tutt’altro che pagante. “Nessuna autocritica da parte di Speziali, che ha preferito puntare il dito contro la figura troppo “trasversale” di Farinelli in un contesto che tende a premiare i profili ben definiti”. E la domanda è “quanto tempo passerà finché Alessandro Speziali si vedrà costretto a rassegnare le dimissioni da presidente del Plrt”.
Righinetti sottolinea invece il fatto che “il centro politico del Canton Ticino in otto anni non è stato in grado di costruire nulla, ma di picconare nuovamente buona parte della sua credibilità agli occhi dell’elettorato, riconquistando gli Stati per la forza personale di Regazzi più che per quella del partito”. E il dualismo tra due uomini alfa Fiorenzo Dadò e Alessandro Speziali “si è rivelato autolesionista all’eccesso”.
Commentando la sconfitta di Alex Farinelli, Pierre Rusconi sostiene che la sua scelta di fare pubblicamente “coming out” sia stato uno dei motivi, forse determinante. Molte persone, soprattutto di una certa età, all’interno del PLR non hanno gradito il fatto che il consigliere nazionale abbia parlato del suo orientamento sessuale. Questa è la lettura di Rusconi.
Parliamo poi della tragedia di Giulia Cecchettini, uccisa dall’ex fidanzato, Filippo Turetta, arrestato ieri in Germani dopo una fuga di mille chilometri. Il padre della vittima aveva scritto in un post che “l’amore vero non picchia a non uccide”. La sorella va oltre e in una lettera al Corriere della Sera scrive:
“Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I mostri non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro”.
La puntata si chiude con un commento sull’elezione alla presidenza dell’Argentna di Javier Milei. L’anarco-capitalista, che ha promesso di tagliare la spesa pubblica con la motosega, ha sconfitto al ballottaggio il peronista Sergio Massa.