L'ex Consigliere Nazionale chiede più spazio per gli over 65: "Rappresentiamo il 30% della società, ma in Parlamento siamo rappresentati solo dal 6% dei deputati"
LUGANO - Pierre Rusconi ha un tarlo: la scarsa rappresentanza degli over 65 nella politica ticinese. Per spiegarci il suon ragionamento, l’ex Consigliere Nazionale UDC, parte da un’analisi macro: “Siamo arrivati a 8 miliardi di abitanti sul pianeta. Oltre la metà di queste persone sono governate da "letargati", leader 70enni che dovrebbero essere ormai in letargo, secondo l’ormai celebre affermazione del Comandante Cocchi durante la pandemia. Da Biden a Lula, da Putin al primo ministro indiano Modi, fino a Xi Jinping. Questo mi fa dire che la capacità e l’esperienza hanno ancora un peso a livello politico, al di là del fatto che alcuni governi sono democratici e altri no”.
Rusconi, nella sua argomentazione, passa quindi dal macro al micro, dal Mondo al Ticino. “A livello ticinese, le persone in età AVS rappresentano il 30% della società e producono il 42% del gettito delle imposte delle persone fisiche. Questo senza tener conto dei molti over 65 a capo di società che rimpolpano anche il gettito prodotto dalle aziende. Ebbene, a fronte di questi numeri, mi chiedo se sia giusto che in Gran Consiglio questa parte della popolazione sia rappresentata appena dal 6% dei deputati”
La domanda, ovviamente, è retorica: “Sono convinto che gli over 65 dovrebbero pesare almeno il 10-12% e che i partiti dovrebbero quindi avere la sensibilità di dare uno spazio conseguente sulle liste elettorali. Perché è vero che il futuro è dei giovani, ma il presente è di tutti”
Perché non avviene?
“Perché suona meglio dire che abbiamo un partito fatto di giovani che portano nuova linfa. Tutto giusto e tutto vero. Ma a questa nuova linfa manca l’esperienza di vita e di lavoro. Un’esperienza che non potrebbe che far bene anche ai giovani, così come i pensionati potrebbero trarre giovamento dall’energia delle nuove generazioni”.
Ma la politica non dovrebbe rinnovare?
“Ma certo! Servirebbe solo più equilibrio. Per le distinzioni di genere si pilucca sulle virgole, mentre la questione anagrafica viene completamente ignorata. Senza scordarsi che gli over 65 votano più dei giovani e hanno molto più tempo da dedicare alla politica”.
Ma non è che questo tarlo nasce dalla sua voglia di rientrare in Gran Consiglio?
“Ne ho parlato serenamente con Piero Marchesi, chiedendogli attenzione su questo aspetto nella composizione della lista per il Gran Consiglio. Gli ho detto che sarei stato a disposizione unicamente se non avesse trovato altri e se una mia eventuale candidatura non avesse provocato trambusto nel partito. Fortunatamente abbiamo più sederi ambiziosi che sedie. Quindi il problema personale non si pone. Inoltre va fatta una distinzione importante, che spesso sfugge. Essere maturi anagraficamente, non significa affatto esserlo anche politicamente. Ci possono benissimo essere over 65 alla loro prima esperienza. Ed è soprattutto a loro che occorre dare spazio”.
AELLE