"L'emergenza sanitaria viene prima di tutto, ma nel frattempo bisogna arginare l‘emergenza economica affinché non si trasformi in emergenza sociale"
di Rupen Nacaroglu *
Con la storica e necessaria decisione di "lockdown" di ieri la Confederazione è ora costretta ad implementare in tempi brevissimi delle forme d‘indennità (per lavoro ridotto) per tutti coloro che hanno un‘attività indipendente o che sono dirigenti e impiegati delle proprie aziende.
L‘azzeramento totale degli introiti per moltissime attività è certo e per PMI e indipendenti la sopravvivenza è ora messa a repentaglio. Pensate ai fisioterapisti, alle estetiste, ai parrucchieri o ai piccoli commercianti indipendenti (solo per citarne alcuni) che lavorano da soli e hanno una famiglia a carico. Questa categoria di persone non può più lavorare e non ha nessun introito per sostenere la propria famiglia. E quali indennità riceve? Ad oggi, nessuna.
È inaccettabile lasciare regnare l‘incertezza attuale: la risoluzione dell’emergenza sanitaria viene prima di tutto, ma nel frattempo bisogna arginare l‘emergenza economica affinché non si trasformi in emergenza sociale. È chiaro che ci sono interessi importantissimi in gioco e che le misure di sostegno vadano studiate e preparate nei minimi dettagli.
Ma d'altro canto mi aspetto che un Consigliere federale sia in grado di comunicare chiaramente alla popolazione che queste misure arriveranno e quando: invece ieri il capo del Dipartimento degli Interni, Alain Berset, è apparso in imbarazzo e a disagio quando gli è stata posta la domanda relativa agli aiuti alle PMI e agli indipendenti. Non dobbiamo buttarci necessariamente nel "Whatever it Takes", ma le misure comunicate celermente lunedì in serata dal Consiglio di Stato sono la dimostrazione che l'assenza d'informazioni precise da parte del Consiglio federale ha messo in difficoltà anche il nostro Governo.
Misure che comprendono la dilazione dei termini di pagamento di 60 giorni per le fatture emesse dallo Stato e quella sugli interessi di ritardo sui crediti fiscali, compresi gli acconti non saldati, che non saranno conteggiati fino al 30 settembre 2020, e una proroga d’ufficio al 30 giugno 2020 per l’inoltro delle dichiarazioni d’imposta per le persone fisiche per il periodo 2019 e quelle dei periodi precedenti. Si tratta di misure importanti e dovute, ma francamente insufficienti vista la situazione attuale ed è proprio per questo motivo che, con la decisione di chiusura di tutte le attività non essenziali, da Berna mi sarei aspettato un‘informazione puntuale e rassicurante a favore delle PMI e degli indipendenti.
Invece, Berset ha tentennato, ha addirittura sviato a precisa domanda di una giornalista. La preoccupazione è palpabile ed è assolutamente necessario ricevere riposte urgenti e puntali in tempi brevissimi onde evitare che l'incertezza possa portare al panico e a tutte le nefaste conseguenze che possiamo immaginare. Oltre alla curva epidemiologica è imprescindibile prestare attenzione alla curva di sostenibilità economica e sociale. Se non lo facciamo, il tormentone "io sto a casa" più che un'esortazione a rispettare le prescrizioni delle autorità, rischia di assumere presto un significato ben più grave.
* consigliere comunale PLR Lugano