SECONDO ME
Rupen Nacaroglu scuote Lugano: "Caro Municipio, dacci un segnale di speranza. Le misure prese non sono sufficienti"
Il consigliere comunale invita il Municipio ad agire in merito all'emergenza coronavirus: "La mia Lugano è rimasta immobile alla finestra. Necessitiamo di risposte rapide e fattive. Muoviamoci e in fretta"

*Di Rupen Nacaroglu

Non è ancora tempo di bilanci, ma ciò che in queste settimane ha funzionato meglio è stata probabilmente la suddivisione dei compiti. Governi, enti, associazioni e volontari: ognuno a fare il suo, con la consapevolezza e la responsabilità del proprio ruolo all’interno di un sistema che non solo doveva continuare a girare ma doveva farlo al doppio della velocità e con la metà delle risorse. Esercizio riuscito o quasi.
 
È innegabile che qualcuno abbia però atteso immobile alla finestra, chi nel rispetto della gerarchia delle competenze, chi invece impietrito in attesa di capire quanto male farà questo colpo. Tra questi ultimi sfortunatamente c’è la mia Lugano che, se in passato ha spesso e volentieri messo in mostra le sue ambizioni da prima della classe oggi, dopo settimane di emergenza, fatica ancora a dimostrare quell’empatia che molti attendono da troppi giorni. La preoccupazione serpeggia, soprattutto tra i commerci, gli esercizi pubblici e le piccole aziende famigliari di qualsiasi settore che non hanno riserve perché già provati da anni di fatiche in un mercato dominato da regole non sempre eque . Sono loro che oggi necessitano più che mai di risposte rapide, fattive ma soprattutto allineate e conseguenti con quanto messo in campo dalle autorità federali e cantonali. 
 
Questo è pertanto un appello: lo stato di emergenza prevedibilmente verrà esteso e di conseguenza, le misure a favore dell'economia (già insufficienti) dovranno (ancor di più) essere adattate alla situazione. Ben venga l’intervento Federale ma voglio esortare le  autorità Comunali che, nell'ambito della propria autonomia, hanno sicuramente ancora un ampio margine per erogare aiuti diretti ai cittadini e alle aziende.
 
Mi spiego: i commerci e tutta l'economia cittadina, le piccole aziende, famigliari e non, a Lugano, aspettano un segnale chiaro di sostegno. Un segnale, una presa di posizione, una voce che spieghi a tutti coloro che sono colpiti dalle conseguenze del COVID-19 che il Municipio è presente e che li sostiene. Lo chiedo perché sono divenuti ormai troppi, in primis coloro colpiti dagli ordini di chiusura, quelli che aspettano con gli occhi rivolti verso Palazzo Civico e le orecchie tese questo messaggio di semplice speranza.
 
Perché di questo si tratta, di un messaggio di incoraggiamento da parte dell'autorità cittadina, che sproni tutti a trovare stimoli per andare avanti, per studiare, già sin d’ora, quali possono essere le strategie corrette per ripartire. Il quando, ahimè, non lo sa nessuno.
 
Ci siamo già mossi, abbiamo prorogato i termini per le fatture, i termini per il pagamento di acconti e conguagli, abbiamo abbassato gli affitti dei commerci che si trovano all'interno degli immobili del Comune ma sfortunatamente sappiamo tutti che queste misure, se possono fornire sollievo nell’immediato, non sono sufficienti per uscire indenni e ripartire con vigore.
 
È vero, e parlo da Consigliere Comunale, che queste misure, a dipendenza della loro portata, dovranno essere approvate dal Legislativo, ma sono altrettanto convinto che non vi sia nemmeno un rappresentante politico che non sia d'accordo con questo mio appello. Muoviamoci e in fretta.
 
Non entro nel merito delle conseguenze delle misure che saranno messe in atto sulle finanze comunali ma, nel frattempo, diamo un segnale forte a chi aspetta, a chi ogni giorno apre il giornale o consulta i siti d'informazione nella speranza di poter leggere qualche buona notizia. Si sono mossi in tanti a livello nazionale e oggi in questo momento d'incertezza e di difficoltà per tutti, anche Lugano, il motore economico di questo Cantone, può e deve urlare "presente!"
 
Lo chiedo ad alta voce, lo chiedo con il rispetto che un Consigliere comunale deve portare nei confronti del proprio Municipio, ma lo chiedo anche con lo spirito critico che deve contraddistinguere il mio ruolo. Per favore, caro Municipio, dacci un segnale di speranza. L’impulso deve giungere dall’alto e deve essere lucido e immediato ma soprattutto inserito in una strategia di ampio respiro e di lungo termine che abbia come obiettivo il sostegno mirato di tutte le categorie colpite da questa situazione. Perché se oggi pensiamo che sopprimere la tassa di occupazione del suolo pubblico possa essere un valido strumento, dobbiamo prima adoperarci affinché quello stesso suolo pubblico, nel futuro più prossimo, abbia ancora un luganese che lo possa occupare.

*Consigliere comunale PLR Lugano

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