Roberto Cattaneo, segretario della UIL Frontalieri di Como è furioso: "Mancanza di attenzione ai principi che stanno alla base dei rapporti di buon vicinato tra Italia e Svizzera. Ma tanto se si ammalano li curiamo noi"
COMO – I frontalieri temono di essere contagiati in Ticino. Lunedì tra i 40mila e i 50mila italiani torneranno a lavorare nel nostro Cantone e Roberto Cattaneo, segretario della UIL Frontalieri di Como, tuona su La Provincia di Como.
“Ho l’impressione che in Canton Ticino non ci sia consapevolezza della gravità della situazione in essere. Il Cantone ha, in proporzione, il doppio dei contagi da Coronavirus del Comasco e il triplo della provincia di Varese”, dice, definendo la scelta di riaprire “scellerata”.
“Mi sembra un atteggiamento superficiale ed una mancanza di attenzione ai principi che stanno alla base dei rapporti di buon vicinato tra Italia e Svizzera”, si spinge addirittura a questo punto.
Terminando con una punta di veleno: “Credo sia chiara la linea delle autorità ticinesi. Nel malaugurato caso di contagi, i nostri frontalieri non andranno certo in carico alla sanità ticinese, ma torneranno al di qua del confine per tutte le cure del caso. Non è così che si fa”.