Il capo dicastero educazione della Città di Lugano: "Lunedì gli istituti riapriranno secondo il diktat del Dipartimento, che noi non condividiamo ma che siamo costretti ad applicare"
LUGANO - Per finire lunedì le scuole elementari e dell’infanzia apriranno anche a Lugano, secondo quanto stabilito dalle ormai celebri direttive del DECS. Nessuno nuovo stappo istituzionale, dunque, tra il Cantone e il Municipio della Città che, insieme a quello di Locarno, era stato molto critico sulle modalità stabilite per le riaperture. Però…
Però, come sottolinea il capo dicastero educazione Lorenzo Quadri, il giudizio negativo nei confronti del Dipartimento guidato da Manuele Bertoli resta inalterato.
“Il Municipio - spiega Quadri raggiunto da Liberatv - ha deciso che le scuole lunedì riapriranno secondo il diktat del DECS, che noi non condividiamo ma che siamo costretti ad applicare per dovere istituzionale. Il nostro istituto scolastico si sta facendo il mazzo per mettere in atto quanto richiesto. Ma è chiaro che ci sono delle difficoltà in quanto le direttive emanate sono a dir poco improvvisate, arzigogolate e contraddittorie. Ribadisco: i direttori e i docenti stanno facendo i salti mortali per minimizzare i problemi che questa ordinanza caotica crea, ma probabilmente non riusciremo a risolverli tutti. D’altra parte Lugano ha 3’700 allievi e 50 sedi sparsi su un territorio variegato. La Valcolla non è come il centro, anche per quanto attiene il tema del trasporto pubblico che il DECS ignora completamente e invece in una realtà come la nostra è fondamentale. Quindi, noi stiamo facendo veramente di tutto, ma se dovessero sorgere delle problematiche la responsabilità sarà di chi ha imposto queste direttive oggettivamente inapplicabili, e non certo di chi è stato costretto ad applicarle”.
Ma quindi avete fatto un passo indietro? “Niente affatto - replica Quadri - il Municipio di Lugano è ancora convinto che la proposta di aprire in presenza solo le classi di quinta elementare e dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia, continuando a garantire il servizio di accudimento, fosse nettamente migliore rispetto a quella del DECS. Purtroppo però questa ipotesi non è stata neppure presa in considerazione dal Consiglio di Stato, che ha dimostrato zero volontà di ascolto del territorio. Abbiamo deciso di rispettare i livelli istituzionali ma continuiamo a ribadire che la proposta del DECS non riesce a conciliare scuola e accudimento e, per finire, sottrae ore ad entrambe. Mentre la nostra proposta si sarebbe meglio conciliata anche con la ripresa delle attività economiche”.
“Il problema - termina Quadri - è che il modello del DECS manca completamente gli scopi dichiarati. Dice di voler ricostruire con i bambini la quotidianità rassicurante all’interno dell’ambiente scolastico, ma questo sappiamo già che non sarà possibile. Quella che riaprirà l’11 maggio non è scuola, come hanno avuto modo di dire diversi docenti e associazioni scolastiche. Sarà un pateracchio. Il Municipio di Lugano non è mai stato contrario alle riaperture, a patto che la stessa fossero possibili. Le direttive arzigogolate del DECS dimostrano che questa possibilità non è ancora data. Per noi resta come la corazzata Potenkin…”
Però erano previste delle deroghe per potersi meglio organizzare, perché non le avete sfruttare? “Lasciamo perdere…è più facile compilare la dichiarazione delle imposte piuttosto che far capo a quelle deroghe. Sarebbe stato solo un ulteriore elemento di confusione”.
RED