I consiglieri comunali Tuto Rossi e Manuel Donati interrogano il Municipio con sedici domande volte a far luce sulla gestione dell'emergenza nella casa per anziani del Bellinzonese
SEMENTINA – “27 morti di coronavirus e il 65% del personale malato, ma per il Municipio è tutto a posto”. Inizia così la bollente interrogazione che i consiglieri comunali Tuto Rossi e Manuel Donati sottopongono al Municipio di Bellinzona per il Gruppo Lega ed UDC.
“Con interpellanza del 9 marzo – si legge nel testo – veniva chiesto al Municipio se fosse “pronto nel caso in cui un’epidemia di coronavirus scoppiasse in una casa pare anziani?” Nel frattempo nella Casa per Anziani di Sementina sono morti ben 27 anziani di coronavirus e il 65% circa del personale si è ammalato. Davanti a una situazione così drammatica, il Municipio con incredibile tolla e arroganza ha risposto il 22 aprile “di avere messo in atto tutte le misure necessarie per far fronte alla situazione di contagio””.
“In realtà – recita l’atto parlamentare – il Municipio e i responsabili della casa per anziani si sono comportati da irresponsabili. A quanto pare, la stessa responsabile della casa sarebbe addirittura ritornata dalle vacanze, dove ha frequentato anche le zone particolarmente affette dalla pandemia, e ha tranquillamente cominciato subito a lavorare senza aver fatto né il tampone né la quarantena. Altri membri del personale hanno frequentato per svago le zone di confine, senza che la direzione della casa abbia mosso un dito, fatto loro il tampone, spiegato cosa bisognava non fare per evitare di essere contagiati e di infettare gli altri”.
E ancora: “Proprio queste persone alla fine si sarebbero ammalati di coronavirus. La separazione dei piani, invece di avvenire subito dopo il primo caso di coronavirus è stata rimandata a lungo. Idem con la separazione dei letti; sono stati lasciati nella stessa camera ospiti con il coronavirus con ospiti che (ancora) non ce l’avevano. Nella mensa si sono fatti confluire per i pasti tutti gli ospiti assieme, invece di tenerli separati e applicare rigorosamente la distanza sociale e la disinfezione. Pare che oltretutto il divieto di entrata dei familiari è stato applicato alla “olé olé” continuando per più di una settimana dopo il divieto proclamato dal Cantone”.
“Se tutto il personale viene interrogato – ritengono i consiglieri comunali – saltano fuori numerose negligenze e grossi errori di conduzione. Questi gravissimi errori da parte della direttrice sanitaria e del direttore amministrativo, hanno poi provocato il tardivo intervento del Medico cantonale. Desta sconcerto e preoccupazione l’intervista a La Regione del 28 aprile di Silvano Morisoli, direttore degli Istituti comunali per anziani, che si rifiuta di fornire il dato sul numero di operatori contagiati dicendo che “Non siamo autorizzati a rilasciare informazioni sul numero di collaboratori contagiati”. Di cosa ha paura? Di dire che ha continuato a fare lavorare personale contagiato?”.
“E ancora più sconcerto desta il suo continuo nascondersi dietro le direttive del cantone e la sua incapacità i proporre soluzioni autonome, per esempio di ordinare subito il test del tampone a tutti gli anziani e a tutto il personale subito dopo l’apparizione del primo caso di coronavirus. Perché sono stati accolti nuovi ospiti? Risposta di Morisoli: “Le autorità preposte non hanno deciso il blocco delle nuove ammissioni”. Il personale ha inutilmente e a più riprese sollecitato la Direzione a fare tamponi a tappeto come in altre case per anziani. Perché lei non lo ha fatto. Risposta di Morisoli: “Non ci sono raccomandazioni per effettuare il test su persone asintomatiche”.
“Pazienti asintomatici risultati positivi? Invece di tenerli in camera a Sementina Morisoli li ha lasciati “muoversi seguendo determinate regole ed istruzioni raggiungendo il giardino esterno”. Aggiungiamo infine, il caso del centro Somen, che ha pure registralo decessi e contagiati a causa della medesima burocratica noncuranza”.
Alla luce dei fatti esposti, ecco le domande sottoposte al Municipio:
1) Il divieto di fornire la percentuale del personale contagiato da coronavirus alla casa per anziani di Sementina, è una bugia del direttor Morisoli?
2) Se non è una bugia, chi gli ha impartito questo divieto?
3) Quali sono le ragioni di questo divieto, visto che non si chiede il nome dei contagiati ma solo una percentuale e quindi non c’è nessuna ragione di proteggere la privacy dei singoli?
4) Perché non si è ordinato il tampone o la quarantena alla direttrice e all’altro personale che a febbraio e marzo era stato nelle zone più contagiate?
5) Cosa ha fatto il Municipio, rispettivamente il direttor Morsoli, quando una di queste persone che ha continuato sconfinare malgrado l’esacerbarsi dell’epidemia, beccandosi poi il coronavirus?
6) Perché non è stato fatto il tampone a tutto il personale subito dopo il primo caso, e invece si è atteso il 18 aprile, quando ha dovuto intervenire il Medico cantonale?
7) Perché il Municipio non ha mostrato ai Consiglieri comunali gli ordini e le direttive impartite dal Medico cantonale alla casa di Sementina e al centro Somen?
8) Qual è il numero esatto dei membri del personale della casa di Sementina e del centro Somen che sono rimasti contagiati e che sono morti?
9) Cosa dice il Municipio del fatto che il divieto di accesso dei familiari sia stato imposto solo una settimana dopo la direttiva cantonale, oltretutto con numerose eccezioni?
10) Cosa dice il Municipio del fatto che residenti positivi e quelli sani sono stati fatti mangiare assieme fino al 24 marzo, invece di servirli in camera perlomeno dal 9 marzo?
11) C’è stato personale che andava in Italia, oppure tutti i frontalieri sono stati fatti alloggiare a Bellinzona?
12) Il Municipio non ritiene che la quatto case per anziani abbiano bisogno di un direttore proattivo invece di un burocrate non all’altezza delle emergenze?
13) Il Municipio non ritiene e di fare interrogare tutto il personale da u ente che ne garantisca l’anonimato, per scoprire la verità?
14) Non sarebbe stato più saggio accettare subito le richieste del personale di fare sistematicamente i tamponi, invece di obbligarlo addirittura a riciclare dispositivi monouso?
15) Considerata questa sequela di errori gestionali, non avevano forse ragione Lega e UDC a sollevare dubbi sul nominare una persona senza concorso? Il Municipio è convinto di mantererlo in una posizione di cui manifestamente non è all’altezza?
16) Il Municipio è cosciente che, se non risponde a queste legittime domande che tutta la popolazione si pone, finisce per provocare un inchiesta penale?