Il primario di Terapia intensiva del San Raffaele spiega come ora sia l'ex premier che Briatore sono in via di guarigione. Ma per Berlusconi è stata fondamentale la tempistica di arrivo in ospedale, dieci ore dopo poteva essere troppo tardi
MILANO – Qualche mese fa, probabilmente Silvio Berlusconi sarebbe morto. E se fosse arrivato una decina di ore dopo in ospedale, la sua situazione sarebbe stata problematica. Sono dichiarazioni forti quelle rilasciata a “Piazza Pulita2 su La7 da Alberto Zangrillo.
"La carica virale del tampone nasofaringeo di Berlusconi era talmente elevata che a marzo-aprile, sicuramente non avrebbe avuto l'esito che fortunatamente ha ora. Lo avrebbe ucciso? Assolutamente sì, molto probabilmente sì, e lui lo sa. E non è una boutade per esagerare visto il personaggio di cui si parla, ma è un cercare di rimanere aderenti alla realtà", ha detto primario di Terapia intensiva del San Raffaele.
Sia l’ex premier che Briatore sono comunque in fase di guarigione. Decisivo per Berlusconi, a suo avviso, è stato capire il momento corretto per recarsi in ospedale: se avesse aspettato altre 10 ore sarebbe potuto essere troppo tardi, calcolando che si tratta di un paziente a rischio. “La tempestività dell’intervento è fondamentale”.