Allentamenti sì, vaccino non ancora. Pro Infirmis: "Tocca tenere duro in attesa del Consiglio di Stato"
TICINO – Pro Infirmis informa le oltre 800 persone ticinesi che vivono in una struttura residenziale per persone con disabilità (istituti e foyer), le ulteriori 1’300 che frequentano una struttura diurna (centri diurni e laboratori), i loro cari e la popolazione tutta, che da oggi lunedì 8 febbraio entra in vigore una nuova Direttiva dell’Ufficio del medico cantonale che, alla luce dell’evoluzione pandemica, allenta le attuali misure estremamente restrittive.
“La variante inglese – si legge in una nota - tuttavia incute ancora molti timori, per cui la prudenza è d’obbligo e le misure di protezione rimangono alte. Le direzioni degli istituti sono state informate nella tarda serata di venerdì scorso e nei prossimi giorni adatteranno i singoli piani pandemici e comunicheranno a utenti e famigliari le nuove disposizioni che permetteranno – a determinate condizioni – le visite, i rientri a domicilio e la partecipazione ad attività del tempo libero se svolte in sicurezza. È possibile, date le differenze logistiche e organizzative di ogni struttura, che queste modalità di apertura non siano identiche ovunque”.
E ancora: “L’evoluzione incerta delle forniture di vaccino non permette di sapere quando la popolazione con disabilità – e in particolare coloro che hanno una malattia cronica ad alto rischio – potrà essere vaccinata. Sono in corso appelli e interrogazioni politiche per verificare se il Consiglio di Stato intenda migliorare la priorità accordata alla popolazione con disabilità, come già fatto in numerosi altri cantoni. Per il momento non abbiamo nessuna indicazione a tal riguardo”.
Tuttavia, “come ben spiegato dalle autorità sanitarie, la disponibilità di vaccini è per il momento comunque estremamente limitata e quindi bisognerà in ogni caso pazientare ancora a lungo. Nel frattempo si raccomanda alle persone con disabilità, ai famigliari e agli operatori di seguire, come fatto finora in maniera encomiabile, le disposizioni sanitarie nella maniera più scrupolosa. Siamo coscienti che queste misure – che limitano non solo le libertà fondamentali, ma anche la qualità di vita delle persone e purtroppo in alcuni casi anche la salute fisica e mentale – rimangono molto invasive. Tuttavia, in questo momento occorre ancora dare priorità alla salvaguardia della vita delle persone più fragili. Gli operatori del settore, i famigliari curanti e tutte le persone coinvolte stanno facendo del loro meglio per trovare tutte le soluzioni individualizzate necessarie per superare nel migliore dei modi questi ultimi periodi difficili. Vi giunga la solidarietà di tutta la collettività. Siete importanti per tutta la nostra società”.