Il presidente di GastroTicino ha le idee chiare: "Non accettiamo una società a due velocità, dove il certificato apra tutte le porte e chi sceglie di non vaccinarsi (anche se cause di forza maggiore) sia di serie B"
BELLINZONA - I ristoranti non avranno più limitazioni nel numero di persone da far sedere ai tavoli, sia all'interno che nelle terrazze. Una nuova vita per la categoria? Probabilmente sì ma la paura che tutto possa cambiare da un momento all'altro certamente resta.
Lo si legge nelle parole di Massimo Suter, presidente di GastroTicino, postate a caldo sui social. Chiede: "Che venga ribadito che il processo di riapertura sarà irreversibile. Finalmente dopo mesi di restrizioni (talvolta incomprensibili ed incoerenti) con perdite ingenti sia in termini di vite umane ma soprattutto in termini economici ci apprestiamo a riprendere le redini del nostro destino e diciamo addio al periodo di imposto di austerità", scrive. Forte decisamente la sua frase sul fatto che le perdite economiche sono state maggiori di quelle umane.
E per quanto concerne vaccinazioni e certificati? "Vaccinatevi pure se volete, ma non accettiamo una società a due velocità. Il certificato non deve essere la chiave che apre tutte le porte, mentre chi per scelta o per forza maggiore non si vaccina è figlio di un dio minore e di serie B. Ma anche, serve che le attività economiche non siamo costrette a fare da poliziotti; dovendo assumersi responsabilità che non le competono.
Raffaele De Rosa, direttore del DSS, ha invitato alla prudenza, a causa delle varianti: "non ci si può dire del tutto tranquilli. È quindi importante restare prudenti, adottando i comportamenti che abbiamo imparato", ha detto al Corriere del Ticino, dove ha spiegato come il Cantone fosse contrario al fatto che non verranno più pagati gli autotest ai vaccinati.