Bellinzona chiede che l'obbligatorietà venga estesa solo in caso di aumento delle ospedalizzazioni (quando l'alternativa sarebbero le chiusure generalizzate o il vaccino obbligatorio), e con aiuti alle attività cui causerebbe minori entrate
BELLINZONA - Il Consiglio di Stato ticinese dice sì alla proposta del Consiglio Federale di estendere l'obbligo del certificato vaccinale per gli interni di bar e ristoranti, per gli eventi che si svolgono al chiuso - come concerti, teatri, cinema - e anche entrare nei musei, negli zoo e nelle palestre. Ma lo fa con due riserve: introdurlo solo se la situazione realmente peggiorasse e con aiuti economici per chi ne sarebbe colpito.
"La nostra raccomandazione va nel senso di decidere l’eventuale messa in vigore delle estensioni del certificato COVID solo se i dati indicano chiaramente che siamo di fronte a un peggioramento delle ospedalizzazioni, non solo a una possibilità", ha spiegato Bertoli al CdT. "Se le ospedalizzazioni non dovessero crescere in maniera allarmante dal nostro punto di vista le misure rimarrebbero possibili ma non attuate. Se invece la situazione dovesse davvero peggiorare, allora crediamo che la gran parte della popolazione capirebbe la loro implementazione, anche perché le alternative rimangono le chiusure generalizzate o il vaccino obbligatori".
Il certificato Covid obbligatorio creerebbe problemi a diverse attività economiche. E Bellinzona vuole aiuti per le stesse: "Se le misure proposte dovessero entrare in vigore, sarebbe necessario che venissero accompagnate da sostegni per quelle attività che rischiano di perdere importanti entrate".