Lo scorso anno questa misura straordinaria, pensata per chi è in difficoltà e non può accedere ad altri aiuti federali e cantonali, ha permesso una diminuzione delle persone in assistenza. Parlamento, DSS e Consiglio di Stato vogliono prolungarla
BELLINZONA - Gli effetti della prestazione ponte Covid, entrata in vigore il 1 marzo 2021, dopo l’approvazione del Parlamento del 26 gennaio 2021, sono stati giudicati positivi dal Consiglio di Stato. Esso quindi su proposta del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) e dando seguito agli auspici del Gran Consiglio, propone di rinnovare la Prestazione ponte COVID, con effetto retroattivo al 1 gennaio 2022, per un periodo di almeno sei mesi, prorogabile fino a fine 2023.
Si tratta di una misura supplementare e complementare al sistema federale e cantonale di sicurezza sociale, e agli aiuti puntuali erogati dalla Confederazione, dal Cantone, dai Comuni e dagli enti attivi sul territorio, pensata per chi, indipendenti e dipendenti, vivono un momento di difficoltà economica a causa della pandemia ma non possono beneficiare di indennità ai sensi della Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI) e si trovano esclusi da altre forme di aiuti federali e cantonali.
Pur conscio del carattere straordinario della misura, il Consiglio di Stato, in considerazione dei costanti mutamenti dettati dalla pandemia nel quadro normativo delle prestazioni di sostegno, ha tempestivamente proposto un adeguamento dei criteri di accesso e di calcolo alla prestazione. E gli effetti positivi si sono visti: nel 2021 si è osservata una leggera riduzione del numero di persone al beneficio delle prestazioni di aiuto sociale (assistenza). Infatti, numeri alla mano, lo scorso anno i Comuni hanno ricevuto 2’221 domande delle quali 1’457 sono state evase con esito positivo (66%), per un contributo erogato totale di franchi 2'274'461.95. Grazie alla consulenza individualizzata, alcuni cittadini sono stati indirizzati verso altri servizi o prestazioni di supporto.
Anche il Parlamento ha chiesto il rinnovo della prestazione di sei mesi, a partire dal 1. gennaio 2022. Il Messaggio che viene sottoposto al Gran Consiglio prevede l’entrata in vigore della Prestazione con effetto retroattivo al 1. gennaio 2022, per un periodo di almeno sei mesi, prorogabile fino a fine 2023. Con questa formula il Consiglio di Stato potrà decidere in modo flessibile se continuare a mantenere questo strumento, in funzione dell’evoluzione delle conseguenze economiche della pandemia e delle misure di sostegno messe in atto dalla Confederazione.