Il Tribunale Federale si è espresso sul caso di quattro militari, tutti appartenenti alle forze speciali. Essi dovevano essere pronti in qualsiasi momento a partire per l'estero e perciò erano tenuti a sottostare al (legittimo) obbligo vaccinale
BERNA - Secondo il Tribunale Federale, è stato corretto licenziare quattro membri delle forze speciali dell'esercito che avevano scelto di non vaccinarsi: l'obbligo vaccinale infatti poggiava su basi giuridiche solide.
In particolare, facendo parte del Distaccamento speciale della polizia militare (DSPM) e del Distaccamento d'esplorazione dell'Esercito 10 (DEE 10), i militari dovevano essere pronti in qualsiasi momento a partire per missioni all'estero. Per adempiere a ciò, era indispensabile seguire le indicazioni del medico in capo dell'esercito. Inoltre è possibile, per il Consiglio Federale, obbligare in alcuni casi delle misure sanitarie ai soldati, in questo caso il vaccino.
Confermato, quindi, il licenziamento.
I quattro, scegliendo di non vaccinarsi, non erano nelle condizioni mediche di poter adempiere ai loro obblighi professionali. Avevano addotto come motivazione il timore di effetti collaterali e l'assenza di una valida ragione medica per vaccinarsi, tesi smentite dalla sentenza del Tribunale Federale.
Il quale peraltro sottolinea come l'obbligo di vaccinazione, oltre che impedire la trasmissione, serviva a garantire l'operatività delle forze speciali in qualsiasi momento. Esse devono poter partire per l'estero quando serve e non ovunque potrebbero avere a disposizione cure adeguate.