Il presidente del PPD ieri sera a Matrioska ha parlato delle difficoltà nella campagna di vaccinazione in Svizzera e delle sue scelte personali
MELIDE - Le “falle” nella campagna di vaccinazione in Svizzera hanno tenuto banco anche nella seconda parte della puntata di Matrioska in onda ieri sera su TeleTicino (per rivedere la trasmissione clicca qui). E, nel corso della discussione, Fiorenzo Dadò ha manifestato un certo scetticismo circa l’opportunità di farsi vaccinare.
Il presidente del PPD ha dapprima spostato la tesi dei colleghi Alessandra Gianella e Boris Bignasca, circa le difficoltà della Confederazione nella campagna: “È vergognoso che un Paese all’avanguardia come la Svizzera, abbia vaccinato solo 500’000 persone….”.
Poi, a domanda precisa di Marco Bazzi, "ma lei si vaccinerà?", ha risposto: “Io probabilmente non mi vaccinerò, se non sarà necessario. Ritengo che ci siano delle persone che debbano poter accedere al vaccino molto prima del sottoscritto”.
"D’accordo - lo ha incalzato il conduttore - ma quando arriverà il suo turno, e toccherà a lei, che farà?". “Non è che toccherà a me….Il vaccino a un certo punto sarà lì a disposizione di tutti: chi lo vorrà fare lo farà e chi non lo vorrà fare non lo farà, assumendosene le conseguenze. Personalmente, al momento, non ritengo di dovermi vaccinare”.
Ma il problema, ha ribadito Dadò, è che “ci sono tutta una serie di persone che meritano di vaccinarsi ma non lo possono farlo”.
Infine, una stoccata che prende spunto da un recente articolo di Aldo Sofia pubblicato sulla Regione: “Ci sono vaccini che costano un quarto di quelli che abbiamo a disposizione e in Svizzera non l’abbiamo ancora omologato (Astrazeneca, ndr.). È chiaro che si è speculato. È chiaro che c’è gente che ci ha guadagno. È chiaro che dietro questa situazione non c’è solo un piccolo ritardo ma, ancora una volta, la speculazione di chi voleva farci su la cresta. È su queste cose che il Consiglio Nazionale deve indagare. E mi auguro che venga presto prendere un’inchiesta”.