Questa sera a Matrioska dibattito sugli atti di violenza commessi a Lugano sabato sera e sulle mancate riaperture da parte di Berna. Ecco gli ospiti
MELIDE - Il mega party illegale svoltosi sabato sera alla Foce di Lugano, e sfociato in gravissimi atti di violenza tra i giovani e con la polizia, ha infiammato le ultime ore del dibattito pubblico. Nelle ore successive al “fattaccio” c’è chi come il vicesindaco Michele Bertini e il presidente del Governo Norman Gobbi, hanno parlato di una correlazione tra le restrizioni per contenere la pandemia e l’onda di aggressività esplosa sulle rive del Ceresio. Di diverso parere Marco Borradori che si è schierato pubblicamente contro ogni giustificazione: non c’è alcuna differenza tra le violenze commesse in stazione dai Molinari e quelle della Foce, entrambe vanno condannate allo stesso modo, ha detto il sindaco.
Chi ha ragione? Si è trattato di un evento inevitabile oppure di un fallimento nella gestione dell’ordine pubblico? Cosa deve fare ora la Città per evitare che si ripeta? Il vicesindaco Bertini, in un’intervista rilasciata al CdT, rilancia provocatoriamente l’ipotesi di un coprifuoco “altrimenti non saprei cosa fare” per contenere il fenomeno, afferma. È una via percorribile o serve altro?
Le reazioni politiche di una parte della destra alle violenze della Foce, come detto, hanno rimesso al centro della discussione anche le mancate riaperture da parte della Confederazione. Il presidente Gobbi, contestando la linea di Berna, si è chiesto “se davvero il Consiglio federale abbia capito quanto stia avvenendo a livello sociale”. Secondo il ministro leghista “sorgono dubbi e insoddisfazioni” rispetto alla politica federale dove “la paura fa novanta” anche perché, annota, “la terza ondata non è partita”. Una posizione in aperto contrasto con quella messa nero su bianco dall’Esecutivo da lui presieduto che, in un comunicato stampa divulgato sabato mattina, aveva sposato la prudenza della Confederazione. Berna doveva osare di più oppure ha fatto bene a posticipare di un mese le riaperture?
Intanto il tema dell’autogestione resta sullo sfondo, dopo la decisione del Municipio che, giovedì scorso, ha deciso di disdire unilateralmente la convenzione con il Centro sociale, dando venti giorni di tempo ai molinari per sgomberare l’ex Macello. Gli autogestiti si sono ritrovati sabato in un’assemblea pubblica e si attende da parte loro una risposta ufficiale alla mossa dell’Esecutivo luganese. C’è ancora spazio per trattare oppure lo sgombero è ormai inevitabile?
Infine, l’UDC, per far fronte alla crisi pandemica, ha presentato una mozione a livello federale per chiedere la sospensione provvisoria della libera circolazione in Ticino e nelle regioni più colpite dalla crisi, chiedendo al Consiglio Federale di applicare l’articolo 14 dell’accordo con l’Unione Europea, che consente questa opzione straordinaria. Può essere una soluzione?
“La Foce del Covid” è il titolo della puntata di Matrioska in onda questa sera su TeleTicino a partire dalle ore 19.30 su TeleTicino. Ospiti di Marco Bazzi saranno il presidente del PPD Fiorenzo Dadò, la capogruppo del PLR Alessandra Gianella, il capogruppo della Lega Boris Bignasca, il co-presidente del PS Fabrizio Sirica e la giornalista Claudia Rossi.
Appuntamento dunque per questa sera a partire dalle 19.30 su TeleTicino.