L'esultanza di Xhaka e Shaqiri spacca in due l'opinione pubblica. Boris Bignasca: "Intuisco le ragioni del loro gesto. La prossima volta sarebbe bello esultassero con un richiamo alla Svizzera"
Il pensiero del deputato leghista si è aggiunto ai tanti pareri apparsi sui social. "Non si può certo dire che sia stato un inno al multiculturalismo..."
BELLINZONA – La partita tra Svizzera e Serbia è finita già da qualche ora. Ma oltre alla grande prestazione degli elvetici, a tenere banco sono le polemiche legate alle esultanze di Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri, "colpevoli", secondo i più critici, di aver liberato la propria gioia con il segno dell’aquila bicipite, simbolo dell'Albania. Un gesto non digerito sia da molti tifosi svizzeri che da quelli serbi.
Ai tanti pareri postati sui social da politici e non si è aggiunto anche quello del deputato leghista Boris Bignasca.
"La partita mi è piaciuta e adoro la squadra di Pektovic – scrive Bignasca –. E mi piacciono anche Shaqiri (quando non fa il driblomane) e Xhaka (quando decide di passarla anche in avanti)".
"Spero tanto – aggiunge – che mettano tutti lo stesso impegno anche nelle prossime partite. Anche perché tra pochi giorni volo in Russia e mi piacerebbe vedere una vittoria rossocrociata".
Poi una riflessione sull'esultanza dei due protagonisti della sfida di ieri. "Intuisco le motivazioni per cui hanno deciso di esultare con quel gesto. Non si può dire che quel gesto sia un inno al multiculturalismo. Anzi...l'aquila bicipite in quel contesto è certamente un gesto divisivo che ricorda il conflitto etnico nei Balcani".
"Capisco – continua Bignasca – dunque la stizza degli svizzeri di origine serba per quel gesto. Vero anche che ci sono state provocazioni da entrambe le parti già prima della partita".
Il deputato leghista conclude con un invito ai calciatori rossocrociati. "La prossima volta sarebbe bello esultassero con un gesto elvetico...tipo la balestra di Guglielmo Tell, la fondue, le Alpi o il polletto di Attinghausen...".