Pioggia di critiche per Ignazio Cassis: multata azienda italiana che lavorava alla ristrutturazione della casa di Montagnola del ministro degli esteri
Ironico il commento del consigliere nazionale Marco Chiesa su Facebook: "Complimenti, un bell'esempio didattico di applicazione della libera circolazione in Svizzera. Ecco perché ve la tenete stretta, altrimenti come fate a ristrutturare casa"
© Keystone / Ti-Press / Pablo Gianinazzi
MONTAGNOLA – Una nuova polemica è nata attorno al consigliere federale Ignazio Cassis. Come riferito dal Sonntagsblick, una ditta italiana che eseguiva dei lavori di ristrutturazione nell'abitazione di Montagnola del ministro degli esteri è stata multata perché due lavoratori non percepivano un corretto salario.
Una situazione decisamente imbarazzante per il consigliere ticinese che proprio di questi tempi sta trattando con l’Unione Europa sulle misure d'accompagnamento alla libera circolazione.
"Il caso mostra che vanno mantenute e i controlli sono efficienti", ha dichiarato Cassis al domenicale svizzero tedesco. Il ministro degli esteri ha provato a spiegarsi affermando di "non essere a conoscenza della situazione" e di "essere stato informato solo settimana scorsa".
"Se l’azienda ingaggiata dal mio architetto – conclude Cassis – ha commesso un errore è giusto che paghi".
In Ticino, le prime reazioni alla notizia non hanno risparmiato altre bordate al consigliere federale. "Caro Ignazio e stimato architetto – scrive Marco Chiesa su Facebook –, siete veramente fantastici".
"Un bell'esempio – continua ironicamente – didattico di applicazione della libera circolazione in Svizzera. Ora tutti capiscono perché ve la volete tenere ben stretta...altrimenti come fate a ristrutturare casa!".
Pioggia di critiche anche da parte dei follower di Chiesa che hanno commentato il post. "Un clamoroso autogol – scrive un utente", "Che vergogna signor Cassis. Lei guadagna fior di soldoni a Berna e chiama una ditta italiana quando abbiamo imprese ticinesi degne di lavorare", aggiunge un'altra.
E ancora: “È un Consiglio Federale completamente dissociato dalle volontà popolari. Chissà le cose che non sappiamo. Volevamo un consigliere ticinese, ma credo che per tanto così era meglio non averlo".