Intervista al Consigliere Nazionale UDC che replica al Consigliere Federale: "I tempi del tasto reset sono finiti nel dimenticatoio!"
LUGANO - “L’apertura per noi è fondamentale. Del resto, se prendete una moneta da due franchi, la metà è legata all’esportazione. Ecco perché l’iniziativa sull’autodeterminazione in votazione il 25 novembre è pericolosa, anzi deleteria per la prosperità della nostra nazione: metterebbe a rischio centinaia di accordi economici, in particolare nel commercio internazionale, e se venisse approvata creerebbe una tale incertezza giuridica da bloccare per dieci anni gli investimenti esteri”.
Parole e musica di Ignazio Cassis. Il Consigliere Federale si è espresso in questi termini venerdì sera al Palacinema di Locarno, in occasione dell’assemblea della Camera ci Commercio. Affermazioni che non sono affatto piaciute al Consigliere Nazionale Marco Chiesa, impegnato in prima linea nella campagna a favore dell’iniziativa per l’autodeterminazione.
“Cassis - dichiara Chiesa a Liberatv - sedeva in Parlamento quando nel 2010 un rapporto del Consiglio Federale affermò che la Costituzione era preminente rispetto al diritto internazionale. Il Governo, facendo uno studio comparativo con altri Paesi, disse che nessuna nazione al mondo inverte questi fattori. Poi nel 2012 ci fu una sentenza del Tribunale Federale che ribaltò questo principio. Da quel verdetto nasce la nostra iniziativa che chiede soltanto che la Svizzera torni ad essere uno Paese sovrano come lo era stato fino al 2012”.
“Queste ventilate minacce di isolamento della Svizzera qualora venisse approvata l’iniziativa - aggiunge il deputato riprendendo il discorso di Cassis - si iscrivono nella lista che siamo abituati ad ascoltare dal 1992, quando gli svizzeri bocciarono l’adesione allo spazio economico europeo. Ma si tratta di minacce senza alcun fondamento. Se infatti ci fosse stato un solo accordo commerciale in pericolo a causa della nostra iniziativa, lo avrebbero messo su tutti i cartelloni. Ne hanno analizzati oltre 600 e non ne hanno trovato neanche uno! L’unico trattato che verrebbe disdetto è quello sulla Libera circolazione, perché effettivamente è contrario alla Costituzione per decisione del popolo”.
“Qui - prosegue Chiesa come un fiume in piena - si agitano fantasmi, sia economici che sia sui diritti dell’uomo, facendo credere che il popolo svizzero sia da mettere sotto tutela. Se c’è una Costituzione che entra in conflitto con il diritto internazionale, è semplicemente perché i cittadini lo hanno voluto. E perché siamo il Paese della democrazia diretta e non un Paese in mano alle élite che vorrebbero dirigerlo senza confrontarsi democraticamente con il Sovrano”.
Sono insomma molto lontani, secondo Chiesa, i tempi in cui Cassis prometteva di premere il tasto reset in materia di politica con l’Unione Europea. “Sono finiti nel dimenticatoio! Ma d’altro canto abbiamo scoperto dalla stampa domenicale che l’UE non solo vuole togliere le misure di accompagnamento, ma vuole far sì che la Svizzera paghi ancora più aiuti sociali ai cittadini europei. E quindi a maggior ragione abbiamo bisogno di autodeterminazione e di poter dettare regole svizzera in Svizzera. E invece si dipinge il nostro Paese come non attento ai diritti dell’uomo e si vuole limitare la nostra sovranità”
Ma rivolterebbe ancora Cassis per il Consiglio Federale? “Cassis è un liberale e fa quello che farebbe qualsiasi liberale. Diciamo che è stato più furbo, al momento di farsi eleggere, con la questione del tasto reset. Ma certo non potevamo aspettarci che avrebbe fatto una politica UDC in Governo”.