CRONACA
Rocco Cattaneo, passione ciclismo. "Il professionista? Qualche rimpianto c'è. E sogno di chiudere la Maratona delle Dolomiti sotto le cinque ore"
Il presidente dell'Unione Ciclistica Europea: "Andare in bici mi dà un senso di evasione, libertà e voglia di viaggiare. Vent'anni fa ero a un bivio e ho scelto gli studi..."
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Medaglia d'oro di categoria per Rocco Cattaneo alla Maratona delle Dolomiti. "Un bell'allenamento per la corsa alle Federali"

09 LUGLIO 2019
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Medaglia d'oro di categoria per Rocco Cattaneo alla Maratona delle Dolomiti. "Un bell'allenamento per la corsa alle Federali"

09 LUGLIO 2019

BIRONICO – Sono cinque le vittorie consecutive di categoria che Rocco Cattaneo ha ottenuto alla prestigiosa Maratona delle Dolomiti. Lo scorso weekend, il presidente dell’Unione Ciclistica Europea, nonché Consigliere nazionale PLR, si è messo al collo la medaglia d’oro chiudendo i 138 chilometri di percorso in cinque ore e sei minuti, staccando quasi un quarto d’ora il secondo e, rispettivamente, oltre mezz’ora al terzo classificato.

Un risultato da scrivere di diritto nel libro dei record di Cattaneo, visto e considerato che ha migliorato di 15 minuti il tempo messo a referto nella passata edizione. “Ovviamente – spiega a Liberatv – sono molto contento. Sono andato per divertirmi, ma quando si raggiungono ottimi risultati fa sempre piacere. Come ho fatto a migliorare il tempo così tanto? Dipende sempre dalle situazioni e dai compagni di viaggio che ti ritrovi. Quest’anno ho avuto la fortuna di trovarmi con dei partecipanti molto forti che mi stimolavano a dare il massimo".

Nel 2020 Cattaneo sarà di nuovo ai nastri di partenza della Maratona delle Dolomiti. “Sogno di farla sotto le cinque ore, anche se ogni anno che passa è un anno in più sulle gambe (ride ndr) e non è così facile. Ma ci proverò, anche perché è davvero bello e gratificante gareggiare in un contesto come quello delle Dolomiti, dove è invidiabile la cultura del territorio che hanno, la cultura dell’accoglienza. Tutti remano nella stessa direzione: albergatori, ristoratori, impianti di risalita (tutti in funzione), forze dell’ordine. Sono davvero tutti uniti per la riuscita dell’evento”.

Il ciclismo e la bicicletta (intesa come mezzo di trasporto) hanno sempre fatto parte della quotidianità di Cattaneo. “Ho cominciato a nutrire passione per la bici e il ciclismo fin dai 10 anni, quando ‘gareggiavo’ con gli amici davanti a casa. Poi sono arrivate le prime corse, i primi risultati importanti come il titolo di campione svizzero Juniores e da lì a poco la scoperta che andare in bici mi regala un senso di gioia, di libertà, di evasione e voglia di viaggiare”.

“Pedalare – continua – è anche un modo per far riposare il cervello e staccare dagli impegni quotidiani. Mi aiuta anche a trovare soluzioni ai problemi lavorativi e politici”. Ma come ‘alimenta’ Cattaneo questa passione? “Ogni mattina alle 6:00 esco di casa e pedalo per circa un'ora. Il ciclismo è uno sport che ho avuto la fortuna di vivere in tutte le sue forme: dal corridore al dirigente (ha organizzato i Mondiali su strada a Lugano nel 1996 e il Campionato del Mondo di Mountain Bike al Monte Tamaro nel 2003 ndr) passando per la carica che attualmente ricopro di presidente dell’Unione Ciclistica Europea”.

Abbiamo chiesto a Cattaneo se, visti gli eccellenti risultati, non si è mai pentito di dedicarsi completamente al ciclismo dopo il liceo. "Qualche piccolo rimpianto – racconta – c’è sempre. Ma nella vita non si può fare sempre quello che si vuole. A 20 anni ero dinnanzi a un bivio: scegliere il ciclismo o gli studi. Ai miei tempi era difficile gestire entrambe le cose, così ho optato per lo studio. Ho corso (nella categoria élite) e studiato fino ai 25 anni. Poi ho fatto il professionista per tre anni, ma probabilmente era troppo tardi".

“Di quell’esperienza – conclude – mi resta sicuramente tanto. Ho avuto la fortuna di fare quattro Mondiali, un quinto posto al Tour de Suisse e due esperienze al Giro d’Italia. Le mie soddisfazioni me le sono prese e sono felice così. D’altronde senza tutta questa ‘gavetta’ non sarei mai dove sono adesso...”.  

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