L'ex capo ufficio del DSS mette i puntini sulle i tramite il suo legale: "Non ha nulla da nascondere e ha agito nel massimo della correttezza"
BELLINZONA – “Ivan Pau-Lessi, già capo ufficio presso il DSS, sebbene sia stato sentito quale teste dal Ministero pubblico nell’ambito dell’inchiesta penale a carico di un ex funzionario e suo collaboratore, non ha mai fatto e non fa assolutamente oggetto a sua volta di alcun procedimento penale”. Dopo il dibattito in Gran Consiglio sulla candidatura di Pau-Lessi nel CdA dell’ACR e la presa di posizione del presidente del PPD Fiorenzo Dadò (vedi articoli suggeriti), è Andrea Bersani, legale dell’ex funzionario, a precisare alcuni aspetti.
“Il fatto – continua Bersani – che, all’atto di leggere la sentenza di condanna dell’ex collaboratore del DSS, il giudice Villa si sia scusato ufficialmente a nome dello Stato, ciò ha provocato innumerevoli reazioni, sia a mezzo stampa, sia in sede istituzionale, soprattutto da parte di alcuni politici. Una circostanza che il mio mandante deplora, proprio per gli effetti dirompenti che simili reazioni hanno avuto, ma che Pau-Lessi non ha mai potuto chiarire, tenuto conto del rifiuto categorico del Giudice, su mia richiesta, di voler meglio precisare il senso di quelle affermazioni”.
Bersani chiarisce inoltre che “martedì 17 settembre 2019, la Presidente della CARP ha accolto la richiesta del sottoscritto patrocinatore di poter disporre delle motivazioni della sentenza, debitamente anonimizzate, così da poter permettere al mio mandante di intraprendere i passi necessari a tutela dei propri legittimi interessi, ciò che sarà fatto a tempo debito”.
E ancora: “Il livello e la gravità delle accuse mosse in modo del tutto ingiustificato nei confronti del signor Pau-Lessi, il quale mai ha coperto qualsivoglia atteggiamento di natura penalmente rilevante del suo ex collaboratore, né ne è mai venuto a conoscenza di quanto è stato addebitato a quest’ultimo, non sarà più tollerato, per il che, in presenza di ulteriori affermazioni fuori luogo, saranno intrapresi i passi necessari, compresa la segnalazione al Ministero pubblico di frasi, affermazioni o considerazioni che dovessero essere ritenute lesive del suo onore”.
Dalla missiva di Bersani si apprende anche che “Pau-Lessi ha formalmente richiesto al presidente del Gran Consiglio di essere sentito, se del caso anche nell’ambito di un’inchiesta parlamentare, dal momento che egli non ha nulla da nascondere e dal momento che ritiene di avere sempre agito nel massimo della correttezza, sia nello svolgimento delle proprie mansioni, sia al momento in cui rivestiva la carica di Capo Ufficio presso il DSS”.