L'ex presidente dell'UDC ha trovato durante l'estate dei messaggi che proverebbero ciò che ha sempre sostenuto, ovvero che la donna condividesse le sue scelte in merito agli interessi condivisi. È passato così al contrattaccô
BELLINZONA – Adesso l’imputata è la moglie di Paolo Clemente Wicht, ex presidente dell’UDC, che era stato in carcere, accusato proprio dalla donna di appropriazione indebita, truffa, amministrazione infedele e omissione della contabilità.
Dopo il loro divorzio, la donna aveva sostenuto che i guadagni nati da alcune attività immobiliari che la coppia condivideva (avevano fondato anche un’azienda di cosmetici) spettassero totalmente a lei e aveva denunciato l’ex marito, aggiungendovi minaccia e coazione, ingiuria.
Lui passò un po’ di tempo in carcere, sostenendo che lei era al corrente di tutto. Ora, come riporta il Cffé, ha contro denunciato, perché ha trovato sul suo telefonino ad agosto dei messaggi sul suo cellulare, inviati proprio dall’ex moglie, che proverebbero ciò che ha sempre sostenuto, ovvero che la moglie fosse d’accordo con le sue mosse.
Da qui, la denuncia e un’inchiesta è stata aperta dal Ministero pubblico un’inchiesta coordinata dal procuratore Andrea Minesso. Clemente Wicht è già stato chiamato in Procura a ribadire le accuse, presto toccherà all’ex moglie.