Le ritorsioni sull'energia contro la guerra di Putin dividono l'Occidente. Elon Musk "striglia" l'Europa: "Più nucleare"
LUGANO - L’energia continua ad essere un tema chiave nell’ambito del conflitto tra Russia e Ucraina. In particolare la dipendenza di alcuni Paesi europei, Italia e Germania su tutti, dal gas di Vladimir Putin. Dipendenza che incide anche sulle sanzioni economiche con cui l’UE sta tentando di limitare l’aggressione bellica russa.
Lo si è già visto con l’esclusione della Russia dal circuito SWIFT: dalla “tagliola” sono state risparmiate le banche che vengono utilizzate per commerciare il gas con Mosca. E anche in prospettiva emergono altre difficoltà, nel nuovo pacchetto di sanzioni che l’Occidente intende varare. Ciò riguarda in particolare il petrolio. Il segretario di Stato Blinken, secondo quanto riporta il Financial Time, ha annunciato che Stati Uniti ed Europa sono pronti ad introdurre un bando totale del greggio russo.
Ma a stretto giro di posta è arrivato il “no” della Germania. I ministri delle finanze e degli esteri tedeschi si dicono infatti contrari al divieto di importazione di gas, petrolio e carbone dalla Russia come parte delle nuove sanzioni per l'invasione dell'Ucraina. "E' importante essere in grado di tenere le sanzioni a lungo termine", ha affermato la ministra Annalena Baerbock. "Non serve a niente se fra tre settimane scopriamo che ci restano solo pochi giorni di elettricità in Germania e quindi dobbiamo tornare su queste sanzioni".
Intanto sulla questione è intervenuto anche Elon Musk, particolarmente attivo in questa crisi a favore degli ucraini. “Speriamo - ha scritto su Twitter il fondatore di Tesla - che ora sia chiaro che l'Europa dovrebbe riavviare le centrali nucleari inattive e aumentare la produzione di energia di quelle esistenti. Questo è fondamentale per la sicurezza nazionale e internazionale”.