Il dottor Tazio Carlevaro: “Andare al casinò è una scelta, invece al bar oggi la macchinetta te la trovi davanti. Molti hanno davvero l’impressione di giocare. In realtà non esiste un gioco d’azzardo dove subentra la capacità umana”
LUGANO - Il gioco d’azzardo in Svizzera e in Ticino gode di una regolamentazione solitamente efficace. I risultati positivi sono stati frutto di un impegno di sensibilizzazione e formazione svolto negli anni dal Gruppo Azzardo Ticino - Prevenzione. Tuttavia, se oggi questi sforzi sono serviti a introdurre una politica di prevenzione e aiuto del gioco eccessivo anche nei casinò, dall’altra parte recentemente si sta diffondendo una nuova tendenza controversa in Ticino: il gioco nei locali pubblici.
Nel nostro Cantone non è mai stato legale introdurre slot machines al di fuori dei casinò, ma ora, a causa della scadenza della legge cantonale, questo fenomeno sta prendendo sempre più piede, sotto forma dei “giochi di destrezza”.
L’associazione Gruppo Azzardo Ticino ha dunque ritenuto interessante chiedere il parere di due specialisti, rivolgendosi al dottor Tazio Carlevaro, medico psichiatra e padre fondatore del GAT-Pe ad Anna Maria Sani, psicoterapeuta, membro onorario GAT-P e responsabile IRGA. I due specialisti sono tra i maggiori esperti in Ticino delle tematiche riguardanti il gioco d'azzardo; interpellandoli si è cercato di capire da cosa derivi la recente espansione di questo problema e quali conseguenze può portare sul nostro territorio. Ne è scaturito un articolo di approfondimento con doppia intervista su questo tema, che merita di essere considerato da punti di vista esperti.
La strada verso la regolamentazione
In Ticino, il gioco d’azzardo è stato regolamentato a partire dal 1998. Per oltre vent’anni questo è stato sempre un’esclusiva dei casinò, fino a quando l’anno scorso, a causa della scadenza del termine della legge cantonale, è stata concessa l’introduzione di alcuni giochi nei locali pubblici. “Questo vuoto ha causato un’incomprensione, con molte macchinette che si sono diffuse nei bar. Abbiamo già vissuto i problemi causati da questo fenomeno, con i primi casi di dipendenza partiti da qui”, dichiara Anna Maria Sani. Seguendo questa affermazione, anche il dottor Carlevaro ha fatto capire che la strada per la regolamentazione dell’azzardo in Ticino è stata lunga e tortuosa: “I primi casi di dipendenza sono stati quello che ci ha fatto cominciare il movimento del Gruppo Azzardo Ticino. All’epoca non si considerava l’aspetto psicologico, non esistevano precedenti, eppure c’era molta gente che cercava aiuto, anche dall’Italia, dove il gioco nei locali pubblici è sempre stato legale”.
Il gioco di destrezza
È importante specificare che ancora oggi, nei bar o in altri locali, non sono concesse le vere e proprie slot machines. Sono invece permessi i cosiddetti “giochi di destrezza”, macchinette dall’aspetto e dal concetto simile che però prevedono una componente di abilità, non potendo essere pienamente basate sul caso. “Il problema è che in questi giochi, per essere resi più interessanti, hanno al loro interno dei fattori tipici dell’azzardo. Ho già conosciuto una persona che ha riscontrato gli stessi problemi di dipendenza che si manifestano con le slot dei casinò. Lo sviluppo tecnologico ha reso facilmente manipolabili questi sistemi, rendendoli sempre più simili ai giochi d’azzardo”, afferma Sani.
Il dottor Carlevaro, d’altro canto, ricorda che questo tipo di macchinette si stava già diffondendo a partire dal ’96, le quali “pur essendo meccaniche e non basate totalmente sulla casualità, avevano lo stesso meccanismo delle slot machines. Ogni gioco, per essere interessante e attirare il pubblico, deve avere un margine di casualità”. Oggi non è possibile limitare ulteriormente il fattore “random” di questi giochi, dato che, come ricorda Carlevaro, “tutti i programmi sono testati a livello federale”.
La differenza di tutela tra casinò e bar
“Andare al casinò è una scelta, invece al bar oggi la macchinetta te la trovi davanti. Alcune persone hanno l’impressione che possano davvero ‘giocare’. In realtà non è un gioco ma una macchina che produce risultati statistici. Non esisterà mai un gioco d’azzardo dove subentra la capacità umana”, spiega il dottor Carlevaro.
L’attività svolta sul nostro territorio da Gruppo Azzardo Ticino ha permesso di diffondere una cultura e una competenza maggiore all’interno delle case da gioco e nel loro personale. Questi ora sono molto abili e preparati nell’approcciare e gestire casi di gioco eccessivo, aiutando chi ne soffre indirizzandolo verso chi può dar loro aiuto. Questo logicamente non può accadere negli esercizi pubblici: “Nei bar non ci sono i controlli che ci sono in una casa da gioco. Addirittura non sempre viene chiesto il documento d’identità. In un casinò ci sono invece misure come l’autoesclusione, estendibile anche su più case da gioco e sui siti online”, afferma Anna Maria Sani.
Le conseguenze della diffusione
Certamente, questo fenomeno ha delle profonde conseguenze sulla popolazione: “L’abbiamo già visto in passato, la gente in buona fede gioca, rischiando poi d'immergersi e di giocare in modo eccessivo”, spiega Tazio Carlevaro. “Il problema è che nei casinò ci sono persone competenti, che tutelano gli interessi di chi esagera, mentre nei locali pubblici no”.
Anche secondo Anna Maria Sani questa diffusione avrà delle ripercussioni pesanti: “Innanzitutto, se il Cantone decide di confermare questa soluzione deve pensare a programmi di prevenzione, formazione e sensibilizzazione. Servirà coinvolgere del personale che controlli quest’attività e bisognerà prevedere tutto sull’implementazione di questi fattori. Il rischio è che le cose sfuggano di mano, aumentando la presenza della dipendenza da gioco d’azzardo sul territorio, scaturendo danni importanti”.
Tuttavia, secondo Sani, le autorità dovrebbero prendere in considerazione anche un probabile dispendio economico nel caso in cui dovessero aumentare i casi: “Il denaro che entra nelle tasche del Cantone è minore di quello che ne deve uscire per prevenire e risolvere i problemi legati al gioco eccessivo. Si tratta di una malattia cronica, che tocca in media sette persone vicine al giocatore. Questo a livello finanziario, provoca un impatto che ricade quindi su varie persone, un fattore che la legge dovrebbe calcolare, sia a livello umano che economico”.
L’Italia va avanti, il Ticino torna indietro
Una situazione paradossale, quella che si sta sviluppando nel nostro Cantone, soprattutto riflettendo sul fatto che in Italia, uno dei Paesi vicini dove il gioco d’azzardo nei locali pubblici è stato una grave piaga sociale, la tendenza sta virando nella direzione opposta, con numerose chiusure di case da gioco, sale slot e forti limiti alla presenza delle macchinette nei bar.
“L’Italia è stato lo stato che le ha introdotte, ce ne sono sempre state dappertutto. Qui in Ticino l’azzardo è più controllato, le leggi vengono rispettate. Io vedo la situazione ancora sotto controllo, ma gli equilibri possono cambiare da un momento all’altro”, dichiara il dottor Carlevaro.
Sulla questione si mostra invece più preoccupata Anna Maria Sani, ricordando che “la gente dovrebbe ricordarsi del passato”. Visto che il Ticino ha già vissuto questa esperienza in precedenza, l’esperta non si capacita di questa tendenza inversa: “L’Italia ne sta chiudendo sempre di più, a causa dei danni che hanno causato alla gente e alla società. Oltre a imparare dagli anni passati, dovremmo farlo anche dai nostri vicini”.
Ne vale davvero la pena?
Non c’è dubbio che le casse del Cantone di certo staranno giovando di queste nuove entrate, ma la considerazione offerta da Anna Maria Sani dovrebbe creare più di qualche riflessione: “Quando si è in difficoltà economica, certi Paesi cercano nuovi modi per monetizzare. Tuttavia, alla fine abbiamo visto che questa strada non porta a nulla; in contesti come l’Argentina e l’Italia è stato un fallimento, in primis economico. Bisogna pensare a lungo termine, e difficilmente troppo azzardo additivo porta molti guadagni. Sono convinta che a lungo andare si ottenga l’effetto contrario”.
Le autorità dovrebbero quindi valutare attentamente il rapporto spese-guadagni, e ancor di più quello pro e contro, dato che un’apertura definitiva di queste attività avrebbe ripercussioni non indifferenti sulla popolazione. “I politici dovrebbero parlare con gli esperti e informarsi sulle conseguenze economiche di questa malattia prima di prendere una decisione. È provato che le slot machines sono il gioco d’azzardo più pericoloso per la dipendenza. Vogliamo ripetere l’esperienza negativa? La popolazione aveva già votato contro ciò che sta accadendo oggi”.
Attualmente non si hanno notizie di una revisione sulla legge cantonale che ha permesso il ritorno delle macchinette nei locali, per cui non si può sapere come evolverà la situazione nell’immediato futuro.
Per maggiori informazioni, o per richiedere una consulenza gratuita e anonima, è possibile rivolgersi al Gruppo Azzardo Ticino – Prevenzione (contatti disponibili su www.giocoresponsabile.com).